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Conferencia en Parma de Enrico Carioso
Sono Enrico Carosio, mi occupo di formazione, faccio il formatore e il docente a tempo pieno
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e mi occupo anche di didattica con le tecnologie presso la cattedra di didattica e tecnologie
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dell'Università Cattolica presso la sede di Piacenza.
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Poi mi occupo anche di gestione delle risorse umane insegnando questa materia
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ad un master all'Università di Perugia.
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Perché vi dico queste due cose? Perché in realtà io sono un umanista prestato all'informatica
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E come è capitato a molti della mia generazione, dei cinquantenni, che si sono dovuti adattare in qualche modo. Ve lo dico perché è importante, perché scopriremo insieme quanto l'aspetto umanistico invece è estremamente importante nella tecnologia.
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Quindi se vogliamo anche sentirsi un po' più leggeri e anche meno incompetenti sappiate che abbiamo una parte della nostra professionalità invece che è determinante per l'utilizzo delle tecnologie e questo quindi ci deve far stare meglio.
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che cosa volevo fare con voi
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non vi tedierò moltissimo
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però cercherò di un po' di
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riassumere un po' tutte le tematiche
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che avete affrontato in questo lungo percorso
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è un tema ovviamente
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complesso, estremamente complesso
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di cui forse non sappiamo ancora
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bene gli esiti
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i risultati, perché siamo in una fase storica
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di grandissima transizione
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di cui non sappiamo ancora effettivamente
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gli effetti di un social
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piuttosto che di un'altra
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applicazione nell'utilizzo da parte dei ragazzi e dei bambini. Siamo qua anche per questo,
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per cercare di essere presenti nel mondo di oggi, nel momento del qui e ora, non come
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era o come sarà, siamo qua e dobbiamo provare a dare il meglio di noi stessi, non possiamo
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tirarci indietro, su questo non ci sono dubbi, alibi da questo punto di vista non ce ne sono
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più, è necessario entrare in una logica di cambiamento, se mai ce ne fosse bisogno
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per diventare persone più competenti e capaci per dare meglio risposta ai bisogni dei nostri bambini e dei nostri ragazzi.
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Quindi faremo una mezz'oretta, anche meno forse, di stimoli, continui stimoli per riprendere un po' tutto il tema, di che cosa stiamo parlando, dove siamo immersi
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e poi magari qualcuno di voi una decina di minuti per intervenire, confrontarci, perché è un tema che si presta molto al confronto.
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fatelo perché questo è un momento che vi state regalando
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perché tempo come dicevamo con alcuni insegnanti non ce n'è mai
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come i genitori non ce n'è mai
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e allora questo è un dono che vi fate essere qua oggi pomeriggio
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al di là dell'esserci più o meno formalmente
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ve lo regalate per voi, sfruttatelo
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chi prenderà tanto, chi prenderà un po' meno
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però sfruttatelo al meglio come avete fatto nel laboratorio
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perché ho visto grande interesse e grande impegno
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Mi scuso anticipatamente con i colleghi spagnoli perché ho tentato di tradurre qualche titolo delle mie slide che saranno sbagliate sicuramente perché avendo studiato spagnolo un po' di anni fa però ho provato il tentativo solamente di essere più vicino a voi ma poi mi direte e mi correggerete tutti gli errori che ci sono.
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Allora, parliamo innanzitutto di che cosa stiamo parlando, perché il tema è proprio qui,
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non è tanto la tecnologia in senso stretto, perché il tema delle tecnologie è un tema che riguarda anche l'apprendimento da parte di noi docenti.
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Imparare, come dicevo con alcuni, si può imparare a tutte le età, a meno che non abbiamo delle patologie che ce lo impediscono,
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possiamo imparare a tutte le età. Il problema è voler imparare, avere la curiosità e ancora
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lo stupore per imparare cose nuove. Perché? Perché noi siamo in questa fase qua.
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Oggi convivono tre, anzi quattro generazioni che hanno stili di apprendimento e anche idea di alcune parole come valore, come software, come programma, molto diverse tra di loro.
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C'era la mia mamma o le persone che hanno vissuto nel periodo della guerra, che non hanno idea di cosa sia un computer, non hanno una vaga idea.
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Poi ci sono io, cinquantenne, che ha fatto un passaggio di integrazione.
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Ho comprato il mio M24 di Olivetti a metà degli anni Ottanta, perché ero curioso, facevo l'educatore,
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quindi ho cominciato a fare i primi programmi, li scrivevo su Worldstar, poi impaginavo con Ventura,
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i primi programmi di impaginazione per fare i giornalini con i bambini, e mi sono un po' adattato.
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E poi ci sono i figli miei, io ne ho tre, figli che chiamiamo così nativi digitali,
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la generazione X, ma potenzialmente c'è già in circolo la generazione Y, io potrei
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già essere nonno da mo' in questo senso. Queste 3-4 generazioni comunicano in modo
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molto diverso tra di loro. Noi generalmente, vista l'età a parte qualche d'uno giovane,
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mediamente facciamo parte di quelle persone che sono cresciute attraverso l'educazione
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orale, attraverso i libri, attraverso il parlare, attraverso l'autorità riconosciuta dell'insegnante
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come detentore unico delle conoscenze. Oggi ovviamente, lo sapete meglio di me, non è
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più così, ma il problema non è questo, il problema è accettarlo e decidere che è
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così. Il nostro paese è in grossissima difficoltà e il sistema scolastico in primis, la colpa
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non è vostra, ma non solo vostra, diciamo così, di non accettare che le cose sono effettivamente
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cambiate e qualcosa è necessario mettere in atto di diverso, perché le classi che ci
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sono adesso, a partire anche dalla materna, mi sento dire, e dal nido, sono classi di
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difficilissima gestione e oltre in più se ci mettete anche i genitori, la mettiamo veramente,
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il calderone è concluso e diventa davvero difficile. Allora chiudendo quella porta che
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per voi è un'opportunità, perché non vi controlla nessuno dopo quella porta, perché
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questa è la realtà, allora io mi sento di dire osate, osate un po' di più rispetto
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alle difficoltà che incontrate nell'apprendimento dei vostri ragazzi, non insistete su un modello
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che avete portato avanti fino adesso, se non è efficace, se non è funzionale.
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Le tecnologie ci aprono una possibilità, ce ne sono tante, ma sicuramente una possibilità grande,
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perché i ragazzi sono entrati in una logica comunicativa fatta di tecnologia.
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E adesso piano piano ci entriamo.
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Vado un po' avanti, poi mi interroppete se avete voglia di dire qualcosa.
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Vediamo appunto il rapporto adolescenti, ragazzi e giovani adulti e tecnologie,
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Perché prima abbiamo visto un anziano, adesso vediamo invece, no scusate ho sbagliato, è questo, è in inglese ma si capisce, non c'è bisogno.
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Questo è aperto per i colloqui.
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tu passi perché hai studiato
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mentre gli altri perdevano tempo
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ci vediamo domani mattina
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l'idea è quella
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abbiamo idea che solamente chi studia in un certo modo
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è in grado di essere in gamba, di poter finire i propri studi con soddisfacimento, in realtà
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non è vero, perché il modo di apprendere è davvero cambiato da un bel po' di tempo
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a questa parte, ma forse non è vero che sia poi così tanto cambiato, se andiamo qui nel
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Duomo di Parma, a pochi metri da qua, perché centinaia di metri, tutti i quadri che ci
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sono erano utilizzati per spiegare la Bibbia alle persone ignoranti, che non sapevano né
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scrivere né parlare, eppure ci serviva l'immagine, non è cambiato molto di fatto, l'immagine
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si presenta ancora, è uno strumento potentissimo per l'apprendimento, a questo poi si sono
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aggiunte tante altre cose, immagini, suoni, canzoni, fotografie e quant'altro, cose che
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avete visto benissimo nei laboratori. Questi erano i giovani, quelli della mia età, vediamo
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Come i bambini molto piccoli.
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Anche qui non serve la...
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Guardate le dita, eh.
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Fai una nuova.
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Una nuova?
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Sì.
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Perché non disegni una linea squibbata?
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Sei così sbagliato, Bridger.
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Disegna qualcosa.
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Oh, vuoi cambiare il background a blu?
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Perché non ci mostri la stampa, come la stampa del carro?
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O la stampa del motociclo?
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è così davvero
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è così davvero
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mia figlia che ha sei anni
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che fa la prima
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che è in classe con un'allieva di Laura
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tre anni fa quando ha preso in mano
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il primo iPad
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non è che io non gli ho insegnato niente
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dopo due giorni sapeva salvare i disegni che faceva
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non è un caso
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sono andato ad ascoltare al Festival della Mente
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a Ottobre a Sarzana
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il professor Boncinelli
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che è un fisico genetista
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che ha studiato da tanti anni
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queste cose
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E ci ha riportato gli studi che ci sono in corso, tra l'affabulatorio e l'affascinante, ha buttato lì che questi studi sembrano far emergere che queste informazioni digitali facciano mai parte geneticamente nella trasformazione biologica delle cellule neuronali.
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Quindi da una parte può essere inquietante, dall'altra parte affascinante e ci dice alcune cose, perché se questa è la situazione vuol dire che le tecnologie e le informazioni per utilizzarle diventano un linguaggio, diventano qualcosa di più che un semplice strumento, vuol dire che è necessario cambiare il paradigma di approccio allo studio ma anche alla comunicazione stretta, quotidiana.
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voi direte ma se la situazione è questa
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è una tragedia perché noi come facciamo
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siamo in difficoltà
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allora vi vengo in aiuto
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vi faccio vedere l'ultimo video
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in questo senso che ci aiuta
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allora cosa ci rimane
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se dobbiamo lavorare solo con le tecnologie
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è una pubblicità
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molto carina
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che ci dice che c'è una parte
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è ancora importante di noi, è una provocazione ovviamente, però c'è una parte importante di noi che è essenziale nell'utilizzo delle tecnologie, possiamo solo pensare alla progettazione, la progettazione parte dalla nostra testa, dalla nostra idea, nei laboratori tutti quelli che ho visto su tre, tutti hanno parlato di progettazione, dobbiamo avere uno straccio di idea quando facciamo una cosa, dobbiamo avere un obiettivo minimo o grande che sia per poter realizzare delle cose,
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Quindi il nostro elemento umano è ancora estremamente importante da questo punto di vista.
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Allora, come vi dicevo prima, noi in generazione di adesso, della nostra età, i cinquantenni e quant'altro, consideriamo le tecnologie che ci piacciono ancora uno strumento, sono uno strumento, non ci sono dubbi che sia uno strumento.
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Il problema è che se noi lo consideriamo come uno strumento possiamo dire non è indispensabile, posso usarne con qualcos'altro, posso sostituirlo con qualcos'altro, diventa di fatto facoltativo o alternativo.
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Quante volte dico ai miei tre figli basta televisione o basta ipad, andate a giocare fuori.
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Ci sta perché fa parte dell'educazione e dello sviluppo della persona nella sua completezza, nella sua interezza.
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Però è chiaro che, pensandolo solo come uno strumento, forse non lasciamo spazio ad un approccio di tipo linguistico.
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Quindi è un linguaggio, forse, in base alla cosa che vi ho detto. Non è solo uno strumento, probabilmente anche un linguaggio.
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Fa parte del mio modo di comunicare. Allora, questa è la parte più complessa, diventa un diritto da parte dei studenti
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Il fatto che noi usiamo le tecnologie è un dovere da parte nostra a utilizzarle. Non è ancora così, però il sentore che questa cosa ci sia è molto forte. Chi è stato di voi al convegno della Ericsson a Rimini poco tempo fa, a novembre, è stata ribadita questa cosa, fortissima questa cosa qua, come provocazione ma anche come stimolo a pensarci su, a lavorarci sopra.
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Questo vado avanti. Quindi la didattica nella tecnologia, faccio un po' di salti cercando di entrare sempre più nello specifico. I tre sono le aree di approccio a questo tema della didattica.
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Uno è quello di insegnare la tecnologia, cioè su come si usano.
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Noi lo vediamo ancora, pensate a noi come genitori,
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chi ha dei figli come demonio, come pericoloso.
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È vero, ci sono degli elementi di pericolosità su alcune applicazioni,
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su alcuni software, eccetera, o di difficoltà anche.
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Però è importante cominciare a saperne qualcosa di più,
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se non farsi aiutare, insegnare dai propri figli o dai propri studenti.
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E' necessario imparare di più sull'uso delle tecnologie, non è un caso che nelle scuole di ogni ordine e grado questo approccio non c'è, non c'è neanche la materia molto ben definita, si fa un po' di informatica ma non si fa che cosa vuol dire approcciare la tecnologia, è molto complessa la cosa, forse perché non siamo preparati e forse non ne sappiamo davvero tanto da questo punto di vista.
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Un altro tema è fare un passaggio, insegnare con la tecnologia che è quello che avete sperimentato voi, utilizzare come strumenti tutti i device applicativi e quant'altro per insegnare dei contenuti.
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Questo come insegnanti facciamo un po' fatica perché siamo ancora abituati alla esposizione frontale, qualche lavoro di gruppo, qualche accenno di cooperative learning buttato lì ma neanche troppo, siamo ancora in difficoltà da questo punto di vista a solo un po' di timore a usare qualcosa di diverso.
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il passaggio che completerebbe
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questo panorama
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è quello di insegnare nella tecnologia
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cioè considerare la tecnologia
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come un ambiente di apprendimento
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come avete fatto oggi con i laboratori
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io ero lì a guardare
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solo il fatto di aver imparato un software
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in pochissimi minuti
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la dice lunga
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perché le maestre
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le insegnanti sono state molto brave a spiegare
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poi uno si deve sempre
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sperimentare, deve perdere un po' di tempo
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a metterci le mani, siamo d'accordo, ma io personalmente ho capito perché mi hanno spiegato
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con chiarezza facendomi vedere delle cose, facendo lavorare i bambini, facendo lavorare
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qualcuno di voi, non è stato difficile. Allora eravamo proprio nella terza parte,
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eravamo dentro un contesto favorevole all'apprendimento. Quali sono le interrelazioni e le sinergie?
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Noi lavoriamo ormai per competenze, lo sapete questo, dovreste lavorare tutti per competenze.
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Per competenze si lavora al contrario, si pensa qual è la competenza e a ritroso si scelgono le modalità e gli strumenti per arrivare a quella competenza.
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Quindi per noi è importante, c'è anche una sottospecie di libertà, io devo arrivare affinché quel ragazzo sappia quelle cose, poi come ci arrivo?
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ho una grandissima libertà di farlo, al contrario prima avevo dei contenuti ben definiti, sempre molto precisi e io in qualche modo devo comunicare quelli, ecco perché siamo ancora, lo dico con affetto, ma invitandovi a fare un piccolo salto, legati a fare il programma fino alla fine, il programma è importante, ma io posso farlo in tanti modi diversi, anche per velocizzare a fare il programma,
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Perché per esempio le tecnologie scoprirete, se sperimenterete, che saranno i ragazzi stessi ad andare avanti da soli. È una cosa straordinaria questa. Chi lo sta sperimentando sta scoprendo che i ragazzi attraverso un uso praticissimo, perché sono cento volte più bravi di noi, fanno dei passi avanti e portano in classe risultati più avanti di quello che abbiamo spiegato.
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Ed era quello che volevamo dire magari nella lezione successiva. Io ne vengo da due mesi di trincea perché ho fatto i pass, i percorsi abilitanti speciali per gli insegnanti precari sulle tecnologie e ho avuto 50 persone in due laboratori e mi sono davvero massacrato di fatica.
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ma ero così contento perché sono tornati e mi hanno detto abbiamo già sperimentato, ha funzionato e guarda caso ha funzionato con i più fetenti
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e con quelli che sono in maggiore difficoltà di apprendimento cognitivo. Ci sarà un motivo anche da questo punto di vista, non possiamo aprirlo adesso,
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Però vi dico che i risultati ci sono e sono molto molto interessanti. Ecco perché allora diventa importante lavorare sulle competenze, sulle competenze digitali per favorire una nuova cultura pedagogica didattica.
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Quella che possiamo definire, come diceva Freine, attivismo pedagogico, quindi una partecipazione davvero attiva dei ragazzi, perché la scuola adesso non è attiva, è fondata su un ricatto, io ti dico delle cose, tu vai a casa e torni e me le ripeti o me le scrivi su una prova, su un compito, finito.
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In questo modo noi diamo la possibilità solo a pochi di esprimersi, perché se è vero, se è vero, io vi lascio la possibilità di lavorarci voi, non sono io che vi dico le cose, ma voglio darvi degli stimoli affinché ci pensiate, vi rivediate dentro le vostre classi.
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Se è vero che non tutti sono più pronti a lavorare attraverso l'interrogazione piuttosto che la prova, se noi cambiamo o variamo le nostre metodologie forse riusciamo anche a beccare quelli che sono un po' in più difficoltà e che comunicano invece attraverso la musica, le parole chiave, le immagini, i video e quant'altro.
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Alla fin fine diamo davvero una possibilità a chi non ce la fa, perché qualcuno, e voi lo sapete meglio di me, mia moglie insegna all'alberghiero a Salso, che pur essendo una delle poche scuole che ha uno sbocco professionale di mercato perché c'è bisogno, è diventato un ricettacolo di persone in grossissimi disagi familiari, contesti eccetera.
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allora lì hai voglia
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chiedergli di studiare, hai voglia alle interrogazioni
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hai voglia alle prove
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ho bisogno di dargli un'altra possibilità
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di lavorare su
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linguaggi comunicativi di apprendimento
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diversi, differenti
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riuscite a seguirmi fino adesso?
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ok, magari dirò delle cose
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scontate ma
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sentirsele dire fa meglio
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vederle scritte ancora di più
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la competenza digitale
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tra le indicazioni
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delle competenze che il nostro sistema scolastico invita ad acquisire, che sono questa parte qua, interessano principalmente la comunicazione, la collaborazione e la partecipazione,
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la capacità di individuare collegamenti e relazioni, acquisire e interpretare l'informazione. L'anno scorso è venuta una ragazza per fare una tesi con me, ho dato dei libri e del materiale, anche dei video,
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mi ha detto che cosa ne devo fare di questa roba qua. Ecco, vi posso comunicare che anche i ragazzi che devono fare le tesi spesso non sanno cosa fare del materiale,
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perché non lo sanno analizzare, perché lo analizzano sempre nello stesso modo, leggo tutto, mi sottolineo qualche cosa e poi comincio a scrivere.
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Ma non è detto, si può fare dei tagli in colla per trovare un senso, si possono vedere dei video per avere degli stimoli e così via.
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Quindi la capacità di acquisire tutte queste competenze diventa la parte centrale dell'utilizzo delle tecnologie.
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Ovviamente anche la progettazione c'è, però qua stiamo parlando più dei nostri ragazzi,
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anche se poi nelle tecnologie possiamo dare la possibilità ai ragazzi di progettare.
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Quindi lo spostamento del focus dal programma ai risultati dell'apprendimento, ve l'ho anticipato prima.
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Da un elenco di contenuto a un elenco di prestazioni che lo studente deve saper svolgere. Ci siamo? Vi invito subito a leggere un libro, se avete voglia di sperimentarvi, che si chiama Fare didattica con gli EAS.
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che è un libro molto bello del professor Rivoltella con tutta la sua
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equipe di lavoro che spiega questo metodo che si chiama episodi di
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apprendimento situati che altro non è che un delegare tra virgolette possiamo
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dare così dare fiducia dare fiducia ai ragazzi sul lavoro su materiali che noi
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abbiamo preparato se volete poi vi mando del materiale vi faccio mandare via mail
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del materiale di alcune slide così vi confrontate su questa cosa. Il concetto qual è? Che io propongo da uno stimolo, preparo dei materiali sulla competenza che i ragazzi devono acquisire, a casa li guardano, li manipolano, li sviscerano, li ascoltano, leggono di tutto, dai siti a delle pagine di testo assolutamente, a dei video, ad ascoltare perché per esempio un'altra cosa a cui noi non pensiamo mai,
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Un file audio aiuta enormemente la concentrazione, se voi ascoltate una lezione audio, se avete voglia o dovere di doverla ascoltare, è interessante perché sono più concentrato e soprattutto a casa, se davvero voglio di farlo, sono molto più concentrato perché sono molto più tranquillo volendo, sempre se lo voglio fare, ma lo stimolo porta anche a questo.
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I ragazzi tornano in classe, producono insieme, in gruppo o individualmente, un elaborato sulla base di un compito che io ho dato e poi lo presentano alla classe, sempre attraverso una tecnologia, un video, una presentazione in powerpoint, una mappa, un glossario o qualunque cosa.
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Insieme si discute e si valuta. Potete immaginare che i ragazzi fanno tre passaggi, leggono a casa, ascoltano e guardano. Vengono in classe, riguardano i materiali perché devono produrre un qualcosa, per esempio una mappa su quel tema, quindi si devono riconfrontare, riparlare di quelle cose.
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La devono rispiegare, quindi tre passaggi rimarrà qualcosa? Io dico di sì, ma tanto rimane e soprattutto c'è un elemento che noi spesso non consideriamo a scuola che è il tema della motivazione, che tutto si fa con la motivazione, la cosa più importante.
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Senza motivazioni noi non facciamo niente nella vita, a meno che non accade quello che in psicologia si chiama evento precipitante, cioè una cosa talmente grossa che allora ci costringe a cambiare.
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Se non avviene questo rischiamo di adagiarci nel tempo se non abbiamo continue piccole grandi motivazioni. Ci siamo? I ragazzi essendo partecipi completamente di questo processo di costruzione della conoscenza sono i protagonisti reali e loro lo percepiscono.
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quello che noi dicevamo a quel ragazzo
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poco disponibile, disattento eccetera
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non fai mai niente, non ti impegni
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saresti bravo, retorica
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insostenibile per questi
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ragazzi, non più accettabile
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perché glielo dicono già a casa che è uno
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sfortunato, con altre parole
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e noi rincariamo
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la dose, invece noi vogliamo che questi
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ragazzi mettano le mani in pasta
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su qualcosa in cui loro sono
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avezi e la tecnologia
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è uno degli ambiti in cui loro
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sono avezi, nel senso che sono esperti e quindi possono dare il meglio di loro stessi
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per essere protagonisti. Vado, questo ve lo risparmio. Ho fatto per voi una mappa mentale.
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Una mappa mentale è uno degli strumenti che voi usate sicuramente, mappa concentrale e
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mappa mentale, che sono simili ma non sono uguali, servono per due motivi differenti.
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Qua è per darvi la mappa mentale un quadro generale, ok? Didattica e tecnologia è il nostro focus, poi anche questo vi do tutto il materiale, lo girerete.
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Studenti, gli studenti sono uno dei rami della nostra mappa centrali, perché sono centrali gli studenti? Perché devono apprendere, abbiamo detto, nella tecnologia, devono apprendere la tecnologia e con la tecnologia.
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Ma questo problema qui per loro è meno problematico che per noi. Quindi da questo punto di vista abbiamo già anche un sostegno, cosa che noi non consideriamo mai. Cosa ci può dare la classe a noi per non uscire col fegato così? Eh, questo è un elemento a loro forza. Ci sono loro che ci possono aiutare a costruire ciò che io gli voglio comunicare.
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un altro tema è la partecipazione
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una partecipazione attiva
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una partecipazione consapevole
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il problema di capire
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il mio ruolo di studente nella mia vita
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qual è?
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che vengo sempre maziato e se vengo bocciato
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nessuno mi fa fare quella che si chiama
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metacognizione per capire
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perché sono stato bocciato
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non capisco, non lo capirò mai
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il mio ruolo di studente
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come io spesso non capisco il senso
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del mio ruolo di insegnante perché vado sempre
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allo stesso modo con l'acqua qui, e i demigenitori per esempio. È una partecipazione proattiva, come dicevo prima, che permette ai ragazzi di attivarsi in maniera autonoma.
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Vedrete, se sperimenterete le cose che avete fatto nei laboratori, quanti ragazzi vi portano cose in più, perché sono talmente carichi e talmente bravi a manipolare strumenti e contenuti
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che vi porteranno delle cose, diventano proattivi, cioè si mettono in azione individualmente, senza che voi glielo dite.
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E c'è una partecipazione possibile, che è quella della disabilità.
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Le tecnologie hanno permesso tantissimo alle persone con delle portatrici di disabilità di entrare a pieno titolo nel processo di apprendimento.
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Non dimenticatelo mai, perché possiamo avere dei comportamenti di ragazzi, diciamo così, con non disturbi cognitivi ma comportamentali, ma ci sono anche quelli che hanno dei grossi disturbi cognitivi e diventa davvero difficile. Le tecnologie ce ne sono tante, tantissime, molto semplici, che aiutano tantissimo, tantissimo.
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Ancora la didattica, qua potremmo stare una vita sul tema della didattica, io avevo segnato due o tre cose, il rapprendimento rispetto alla didattica, che cosa deve favorire?
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deve affavorire un benessere
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lì è scritto col trattino volutamente
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benessere
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ovvero stare bene con me
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perché io quando sto bene in un ambiente
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do il meglio, stare bene con gli altri
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perché la classe è un gruppo di cui
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anche io insegnante faccio parte, non dimentichiamolo mai
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in un ambiente
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dove vige
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possiamo dire così, un clima di bene
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ovvero dove si sta bene, non è retorica
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dove si sta bene nel senso che posso
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esprimermi in maniera autentica
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perché se non posso esprimere in maniera autentica
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mi sento giudicato
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anche come insegnante, faccio fatica
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ecco perché anche il ruolo del dirigente
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scolastico per voi è importante
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perché favorisce questo clima
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dovrebbe favorire questo clima
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non apro questa finestra perché
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so dove andremo a finire
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però ve lo dico, potreste essere anche voi
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costruttori di questo clima
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non dimenticate che c'è la nostra fetta di responsabilità
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dare un senso
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esistenza, condizione di studente
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Che senso ha per me studiare? Ecco perché è importante con i ragazzi far fare delle cose manualmente, perché quando io produco ha un senso la mia esistenza, quella roba lì l'ho fatta io, quel video l'ho fatto io.
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in una recente
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ricerca che ha fatto l'università di Torino
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col professor Pietro Polli Charmet
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che ha sempre studiato gli adolescenti
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del 2011 se non ricordo male
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dice che
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gli adolescenti non sanno sbucciare
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una mela, è drammaticamente vero
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perché per colpa mia mio figlio fa un po' fatica
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e ha 15 anni in una classe
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di queste qua, qua vicino
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il mio figlio grande
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effettivamente il fare
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diventa importante
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Quindi il produrre quelle tecnologie è un fare molto attivo che aiuta moltissimo ad essere protagonisti. Esprimere, riattivare, implementare competenze e potenzialità. I ragazzi hanno delle grandi competenze, grandi potenzialità che sono spesso un po' soffocate.
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La loro competenza tecnologica a noi ci interessa relativamente, perché invece di dire ogni tanto, diciamo una volta all'anno, decidiamo di fare un'attività con le tecnologie, tirate fuori gli smartphone, perché facciamo questa attività, noi diciamo, gli smartphone mai in scuola non si devono usare.
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D'accordo, siamo d'accordo, ma una volta all'anno possiamo sperimentare, l'abbiamo capito adesso che facciamo queste cose, si può anche tirare fuori lo smartphone. Che cosa vuol dire? Spiazzamento innanzitutto. Come? Mi dici sempre di non usarlo, lo devo tirare fuori. Che cosa succede? Ascoltiamo un attimo.
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Poi mi dici, voi che siete bravi, facciamo una cosa in cui voi siete bravi e non so niente.
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Io vi dico solo cosa dovete fare, perché ho una vaga idea, ma voi mi potete aiutare.
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E gli sto dicendo, aiutami, perché tu sai fare delle cose che per me sono importanti.
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Comincia, come potete intuire, a costruirsi un clima di fiducia reciproca
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e di costruzione insieme di un senso dell'essere a scuola,
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di un senso dell'apprendimento, al di là delle tecnologie.
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Fatto questo, con più o meno fatica ovviamente, ve li portate dietro sempre, anche i più fetenti, poi ci saranno le giornate in cui non ce la farete più e usciremo col fegato così, d'accordo, però per noi deve essere una tensione, non deve essere la perfezione, deve essere un percorso di tensione, se non siamo mai in tensione ci sediamo, non mi sento di dire altre cose, il rischio è quello di sedersi per anni, anni e anni.
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Poi c'è il tema dell'insegnamento in quanto tale, miglioramento, efficacia, efficienza, apprendimento, metodo, tempo, energie, spazi, il tema del tempo è fondamentale, qualcuno di voi mi diceva non c'è tempo, ma qui bisogna imparare a gestirlo il tempo, perché è vero che non c'è, ma un'ora è lunga, è corta ma è anche lunga se si organizza bene un'ora.
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Le tecnologie aiutano moltissimo a gestire questo tempo, perché? Perché se noi deleghiamo il lavoro un po' di più ai ragazzi, su una base di materiali, applicazioni acquisite, che sanno manipolare, voi vi tirate un po' indietro e lasciate lavorare loro, non vuol dire tirarsi indietro, vuol dire guardare l'apprendimento da un altro punto di vista, dall'alto.
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cosa stanno facendo, come si muovono
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come manipolano i contenuti
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che gli ho dato, questo qua
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non lo capirete mai se non vi fermate a vederlo
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da distante, alcune
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metodologie con le tecnologie come lo è
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anche il cooperative learning
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vi permette di vedere da lontano
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la vostra classe e questo vi aiuta
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a cogliere cose che non cogliereste in altro
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modo
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anche gli spazi
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non ho la LIM, non ho il computer
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ho capito, benissimo
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però nello stesso tempo una volta all'anno posso portare il mio iPad
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una volta all'anno posso portare il mio computer
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lo so che la scuola mi deve dare, questo mi deve dare
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io vi devo dire mi irrita un po'
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se io voglio fare qualcosa davvero un po' di impegno se ce lo metto posso fare delle cose
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non dico tutti i giorni, non lo dico
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vi giustifico fino in fondo
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però ogni tanto vediamo cos'è possibile fare
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un amico che ci presta un proiettore si può trovare
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non fate di questa cosa però un alibi
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è l'invito che vi faccio, non lo fate perché se no
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il nostro essere qua ha poco significato
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le aree su cui noi dovremmo essere competenti
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le butto lì velocemente, dovremmo avere un'idea della psicologia
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un po' dei discenti, perché dovremmo saperne un po' di più
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da questo punto di vista, la preparazione psicologica
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dei docenti, quindi anche noi, quanto siamo sereni
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quanto siamo equilibrati
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E' una domanda che io mi faccio spesso, ogni tanto mi accorgo di non essere informissima e allora cerco di ritararmi perché chi lavora con altre persone deve avere un equilibrio emotivo affettivo sufficiente perché se questo equilibrio emotivo affettivo non c'è non possiamo lavorare con le persone, possiamo cambiare mestiere.
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E anche in questo caso voi siete stati reclutati senza sperimentare se voi siete davvero in grado di farlo.
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Questo è un altro problema.
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C'è chi è molto bravo, ma c'è chi sta facendo dei danni enormi.
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Io ve lo devo dire.
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Prego?
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Assolutamente.
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Assolutamente.
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Allora, è un'asservazione che accolgo dicendovi che non ci sono ricette, ma ci sono strategie, che non sto qua a dirvi, ma il dirigente, i coordinatori hanno delle responsabilità in questo enormi, gigantesche.
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quindi non è vero che non è possibile
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è che i nostri modelli
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non sono altro che i modelli
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sempre del passato
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chi comanda non sa essere leader
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ma sa sempre solo essere capo
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fai, fai, devi, qui e là
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il leader coinvolge, il leader
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da valorizza, il leader ascolta
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e così via, sono cose banali
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forse perché io ci sono dentro fino al collo
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ma lo stile cambia
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è chiaro che non cambia da oggi a domani
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ma nel tempo se le condizioni
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ci sono, le cose cambiano
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ed è possibile farlo
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ci sono delle scuole dove si lavora molto
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sul gruppo, pensate
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ripeto, la butto lì e poi mi chiudo perché anche la mia tentazione
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è grossa, quanto tempo
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perdete ai consigli di classe
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quanto tempo perdete ai collegi docenti
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dove si sentono delle cose inascoltabili
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allora, se ci fosse
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un coordinatore o uno un po' più capace
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probabilmente andreste
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a quei consigli anche più volentieri
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più propositivi, più proattivi
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più disposti all'ascolto reciproco
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e finisco qua, però c'è la possibilità
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di farlo
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Certo, assolutamente sì
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ci arriveremo, questa scuola
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ne è un esempio
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il professor Tosolini che io conosco
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bene, ha fatto
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questo investimento quando è stata
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aperta sei anni fa questa scuola
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tutte le classi hanno le LIM
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tutti i ragazzi hanno il laboratorio
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con i MEC, tanto per dire
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però per dire
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la LIM, puoi anche decidere di non usarla
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ma qui la usano quasi tutti
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ma perché ci sarà stato
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un lavoro, quello lì
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che secondo me, perché in scuola
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ci sono le LIM dappertutto
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però a un certo punto
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allora, questa è una parte
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il suo nome?
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Angelotti, Anna Maria
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Anna Maria condivido, l'altra cosa
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che vi dico è questa, ricordatevi
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che siete responsabili
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quindi quello che potete
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fare in autonomia lo potete fare, quindi è vero questo, fate di tutto affinché ci sia
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questa mentalità, ma se non c'è ricordatevi che la porta ve la chiudete dietro e nessuno
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vi controlla, se avete voglia di osare avete la possibilità di farlo in totale libertà,
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senza anche, la cosa bellissima sapete qual è? Che potete sbagliare, non sbagliare, sperimentarvi
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che è più corretto, sperimentarvi senza paura e senza nessuno che vi dica niente,
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Questa è un'opportunità che nessun lavoro ha, permettetemi di dire, nessun lavoro ha se non questo.
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Vado avanti, tema delle competenze, le competenze abbiamo quelle trasversali, cioè quelle che si chiamano soft skills, cioè quelle di relazione, quella di problem solving, quella di empatia e così via.
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quelle che ci permettono di comunicare con i ragazzi e con le persone in generale, quelle che possiamo dire disciplinari, che la vostra materia non entra nel merito ovviamente, quelle tecnologiche e quelle didattiche perché insegnare ha una sua teoria e anche una sua pratica ovviamente, ma qua non ci sto perché voi siete capaci.
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E poi c'è il tema delle tecnologie, ovvero le risorse, la rete, le applicazioni e i device, pc, tablet, smartphone, eccetera.
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Una cosa invece che concludo, su cui voglio farvi riflettere, è il tema delle parole.
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Queste parole sono parole che vedrete, che non sono niente di nuovo, che riguardano anche il modo tradizionale di studio,
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solo che qui possono essere, voglio dire, spinte, con l'uso delle tecnologie possono essere spinte.
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Le parole sono molto semplici e richiamano quello che vi dicevo prima, imparare a fare delle azioni sui contenuti, sui materiali, sui testi in generale, cercare, cercare non è così banale, imparare a cercare su internet è un'arte anche, è una competenza, usare le parole giuste, le parole chiave, sapere il sito affidabile, quello non affidabile, è molto importante, ma i ragazzi lo sanno, lo butto sempre lì tra parentesi, che le sanno queste cose.
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Il tema di produrre, come vi dicevo prima, tanti software fanno produrre tante cose, li avete visti, storytelling, le immagini interattive, le animazioni con i video, ci sono tanti blog e quant'altro.
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si produce, si fa, quindi il tema del fare, non leggere e ripetere sempre, ma fare anche delle cose, il tema del cercare, scusate l'ho riscritta due volte, organizzare, un altro tema importante, le tecnologie hanno questa, se vogliamo dire, difficoltà, che è talmente tanta la mole di dati a nostra disposizione che dobbiamo imparare a organizzarla,
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pensate alla camera dei miei figli
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sto pensando, come la organizzano
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a modo loro
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ma anche io a modo mio la organizzo
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a modo mio
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quindi è importante capire qual è il mio stile
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di organizzazione dei materiali
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diventa interessante anche quello
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capire io come lavoro
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ancora
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collaborare
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lavorare da soli
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con le tecnologie ci sta
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ma poi diventa interessante
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lavorare insieme, qua per le riprese abbiamo 3 persone, non è un caso che sono in 3, ci
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sono 2 telecamere, uno che guarda sicuramente e che ha il suo ruolo, anche se apparentemente
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sta tranquillo, poi si diranno delle cose dopo che hanno ripreso, si diranno come montare,
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si diranno cosa è meglio mettere prima piuttosto che dopo e così via, si confronteranno sull'esperienza
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che hanno fatto perché hanno ripreso gente nuova che magari non avevano mai visto, un
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giorno vanno ai matrimoni e un giorno vengono a scuola, il contesto per loro cambia e il
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loro confronto diventa centrale perché è cambiato il contenuto, l'ambiente, le persone.
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Ed ancora condividere, è un altro tema che noi vorremmo che tutti i nostri ragazzi imparassero,
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a condividere. Il periodo storico dove oggi i rubinetti si sono chiusi tutti, hanno fatto
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emergere che la nostra società italiana in particolare è poco solidale, condivide poco,
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io lo dico da straniero perché non sono di Parma, Parma è una città poco solidale,
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ognuno tira acqua al suo mulino e questo è un problema perché adesso da soli non si
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va da nessuna parte, siamo nel tempo delle specializzazioni, è vero, ma d'altra parte
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chi è specializzato in una cosa deve avere anche una visione ampia di ciò che gli sta
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intorno, devo sapere cosa fai tu ma anche cosa fai tu, non devo sapere quello che fai
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tu, ma lo devo sapere cosa fai per capire se io e te possiamo costruire un'alleanza
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di competenze che diano l'eccellenza del prodotto finale, ecco perché diventa importante
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educare a una reale condivisione i nostri ragazzi e attraverso un modo di lavorare come
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può essere con le tecnologie o come i lavori di gruppo, cooperative learning, GIF o quant'altro
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ci può aiutare tantissimo
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a lavorare su questo aspetto
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che possiamo dire educativo
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forse c'è ancora uno
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era raccogliere
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ma va bene, era molto simile anche
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ad organizzare
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ecco
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questa è la mappa che vi lascerò nel suo completo
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qua ci sono alcuni
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strumenti, alcune applicazioni
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non ci sono per esempio
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quelle che avete detto voi
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ma ci sono anche quelle
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quindi avete qua, c'è Edmodo che qualcuno già lo usa, ho sentito prima, ma ci sono talmente tanti software, applicazioni gratuite, ma anche sul fatto della non gratuità, ormai i software costano molto poco, ce ne sono di alcuni bellissimi e potentissimi che forse può anche var la pena di spendere 50-60 euro se ci sono, per un applicativo che è veramente interessante.
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pensateci, non è detto
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io sono riuscito anche a farlo comprare a Brescia
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all'università una cosa
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perché hanno visto, ho portato un software
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e ho detto quanto costa? Eh ma non costa mica tanto
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allora lo compriamo, la settimana dopo l'han comprato
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perché a un docente gli mancava una cosa per far vedere
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un loro contenuto
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un suo contenuto in un certo modo
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ok?
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Bene, vi faccio vedere
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questo che è un altro tema del tempo
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che non abbiamo
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di cui abbiamo parlato appena accennato
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però è qua
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ecco noi
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che cos'è l'altra cosa bella
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che non lasciamo in sospeso
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i nostri ragazzi
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non c'è niente di peggio che cominciare un lavoro
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e trascinarselo
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nel tempo
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cominciamo un lavoro di gruppo ma poi non c'è tempo
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tirate su come viene viene
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magari non glielo diciamo ma spingiamo
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ad avere un risultato
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basta che finiamo
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invece qui abbiamo il tempo che è dalla nostra parte
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quello che è stato prodotto
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si può già vedere
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magari in forma grezza, in forma appena accennata
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ma io quando ragazzo mi vedo vado giù di testa
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perché mi vedo per la prima volta, mi vedo come sono brutto e come mi muovo
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ma mi vedo anche che stavo lavorando e così via
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vedo tutto di me stesso
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quindi la potenza anche di potersi rivedere immediatamente
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diventa un'altra grandissima opportunità per i nostri ragazzi
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e anche per noi, attenzione
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quindi voi siete qua, abbiamo lavorato dieci minuti fa
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o mezz'ora fa, possiamo già rivederci. Mi fermo perché vi ho dato una marea di roba,
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credo, cercando di recuperare un po' tutto il tema. Se volete 10 minuti fare qualche
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intervento sugli stimoli che vi ho dato, benvolentieri ci confrontiamo, è un'occasione unica mi
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sento dire, poi
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poi terminiamo
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prego, tu sei?
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Anna
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prima di tutto il programma
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che ha usato
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ma lo diamoci pure di due
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allora questo è
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I in the mind map
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che è il più bel programma che c'è
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che è stato prodotto
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da chi ha inventato le mappe mentali
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Tony Buzan che è uno psicologo inglese
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questo è a pagamento
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però ce ne sono tantissimi gratuiti che fanno queste cose qua, molto simili, questo è il
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più bello di tutto.
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Questa è una cosa tecnica, invece di sostanza sono pienamente d'accordo, resta il grosso
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problema, che non è che ci stai messa in giro a tutti i codici.
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Assolutamente, proviamo a dare velocemente un quadro, il tema delle relazioni con colleghi,
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con i genitori, io mi sento dire una cosa sola, potete avere la vostra, recuperare quell'autorevolezza
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che il docente ha un po' perso nel tempo, se voi siete competenti, qua non si scappa,
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se uno è competente e sa spiegare, motivare le sue scelte, tutti i fenomeni si abbassano
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un po', questo vuol dire anche avere capacità relazionali, imparare a essere assertivi è
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una delle qualità più importanti che una persona possa avere oggi, l'assertività,
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andatevi a leggere se non sapete che cos'è o se avete sentito, ma sicuramente lo avete
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sentito o avete anche messo in pratica, è importante. Il tema del programma, nessuno
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vi dice che dovete fare tutto con le tecnologie, attenzione, le tecnologie e i lavori in questo
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tipo si possono usare una, due, tre, quattro, cinque, sei volte all'anno, siete voi che
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decidete in base alla vostra dimestichezza nel tradurre il programma con una certa metodologia,
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però giustamente se dicevamo che dobbiamo alternare varie metodologie non dovete sempre
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lavorare così, però durante un anno 3, 4, 5 volte io penso che si possono usare delle
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metodologie alternative che vanno incontro soprattutto a quei ragazzi lì. L'altro tema
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è quello dell'abitudine, se voi vi allenate come tutte le cose, bisogna allenarsi come
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ci si allena a essere gentili o essere assertivi, ci si allena anche a usare tecnologie e tradurre
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in attività di tipo tecnologico, chiamiamole così, i contenuti, quindi è solo un allenamento,
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fidatevi in questo senso, abbiamo bisogno di sperimentarci perché dicendo che io non
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riesco a fare il programma, ma si potrebbe fare benissimo il programma tutto con le tecnologie,
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azzardo, vi provoco, ma è possibile, ci sono dei corsi online di altissimo livello, tutti
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fatti con le tecnologie e tutti apprendono in maniera straordinaria, ce ne sono certi
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fatti con le tecnologie pessimi, io sto lavorando a fare la formazione in banca adesso, il problema
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dell'online fatto in banca è una tragedia, perché sono fatti malissimo, sono solo slide
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che si ripetono e uno dopo due minuti si addormenta, non ce la può fare, perché gli argomenti
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sono talmente grossi, allora ci vuole il giusto mix di metodologie che equilibrano le nostre
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capacità di apprendimento, un po' leggo e vedo uno stimolo visivo che mi aiuta di più
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a capire, ricordatevi il proverbio cinese che usava sempre Bruno Munari, ascolto, dimentico,
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guardo, capisco, faccio, imparo, allora deve essere il vostro punto di riferimento, io
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spiego ma sapete che non basta, oggi men che meno, perché le parole che i ragazzi di oggi
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sono finite. Faccio vedere, quindi mi metto in gioco, faccio vedere come si usano le tecnologie
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e lo impariamo insieme, facciamo insieme e fai tu e ti sperimenti, vi sperimentate in
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gruppo. Quando lavoriamo così difficilmente sbagliamo. Allora l'allenamento ci aiuterà
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a imparare più velocemente a tradurre contenuti in attività. Il problema delle discipline
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E' un alibi, qualunque disciplina si può tradurre, io ho avuto due laboratori come vi dicevo, uno scienza e matematica e vi dico che hanno fatto una fatica enorme, eppure le risorse su scienza e matematica in rete sono enormi, enormi a dire poco.
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D'altra parte tutti di lettere che invece, più abituati a farsi delle domande introspettive sul senso, filosofia eccetera, hanno fatto paradossalmente molta meno fatica a entrare nella logica, poi anche loro non erano poi da vezzi, hanno fatto dei lavori straordinari.
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La prova finale, lunedì vedo l'ultimo gruppo perché presenteranno, io l'ho vista e ero commosso perché qualcuno ha fatto dei siti interi per spiegare l'argomento che avrebbe spiegato, hanno fatto dei video, si sono ripresi e hanno fatto dei video dove spiegano loro con la voce, la musica, spiegano delle cose, hanno fatto delle cose straordinarie e ho veramente rivalutato ulteriormente il ruolo dell'insegnante,
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che si è attivato con poco dal meglio di sé, sono una persona che non crede che una categoria come i dipendenti pubblici non facciano niente o tirino al ribasso, il problema è che è normale nella vita che se uno non si prende cura di me, io mi abbasso, prendo cura di me vuol dire mi segue, mi aiuta, mi sostiene, mi paga un po' di più, tutte queste cose fanno parte della cura della persona,
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e invece sono venute fuori
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delle cose straordinarie
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straordinarie davvero
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quindi mi sento dire questi tre aspetti
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l'allenamento è importante
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molto importante, ma lo è anche per me
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perché le cose passano
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io devo aggiornarmi continuamente
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non ci sto dietro neanch'io, mi rendo conto
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però un po' di cose, oggi ho imparato
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un programma che non conoscevo
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non si può sapere tutto
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altre cose?
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prego
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in spagnolo
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proviamo
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ok
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voglio prima
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comprovare che ho capito bene
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alcune cose di cui tu hai detto
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d'accordo, quindi
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mi pareva molto interessante
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questa diapositiva in cui dicevi
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insegnare la tecnologia
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insegnare con la tecnologia
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e la terza
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credo che era insegnare
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nella tecnologia
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dentro
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Sì, perché dicevi che la tecnologia può essere un contesto in cui le nuove generazioni vivono e noi stiamo apprendendo e combattendo con questo.
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Sì, scusate.
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utilizzato molto, è come tutto ciò che fai ha un cuore, è ciò che fai, è la parte
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umanistica della tecnologia, il cuore e una pelle tecnologica che lo riempie.
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Questo volevo comprovare che l'abbia capito così, insegnare nella tecnologia.
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Sì, quello che dici tu è...
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Dico tutto lo mio, sono un po' rollo, lo sento, dico tutto lo mio seguito e già passo
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In mia opinione, se come persone individuali, i professori, sperimentiamo la facilità della tecnologia
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per risolvere i problemi quotidiani, è facile che poi tutti vogliamo utilizzare la tecnologia dentro l'aula
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per risolvere i problemi quotidiani.
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E' un po' la mia opinione, e ora una domanda. La domanda è più che niente perché non ho capito cosa hai detto sul telefono mobile. Se ti sembra bene l'uso del telefono mobile dentro l'aula, se no, perché questo è un debattito che abbiamo avuto a Madrilema.
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Allora, il tema del telefono in classe, se l'ambiente di apprendimento è un contesto, se è un contesto vuol dire che noi regolarmente, cioè quotidianamente, non sempre, ma quotidianamente, spesso, frequentemente usiamo le tecnologie.
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Quindi quando le useremo nel futuro in maniera continua, senza quest'ansia di dire le uso, non le uso, è vietato, non è vietato, allora quel punto diventa tirare fuori il telefono, diventa una cosa normale, fa parte di un ambiente in cui tirare fuori il telefono non è più una cosa strana, ma è una cosa che fa parte della didattica.
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Mi sono spiegato? Non è facile adesso perché adesso diciamo no telefono perché effettivamente i ragazzi non ti usano ed è giusto, però il tempo ci sta anche dicendo che è un'opportunità per noi ogni tanto invece di dire tiratelo fuori perché io lo so che è utile perché siete bravi, non possiamo stare sempre così, lo farete quando siete fuori,
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Però ogni tanto vi do la possibilità di tirarlo fuori come strumento. Mi sono spiegato? Non è facile, non è facile perché siamo ancora in una cultura che è tutto vietato. Non si può, non si può.
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Posso anche aggiungere un'altra opinione?
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L'amministrazione non ha chiesto ai padri, alle famiglie, di comprare il telefono, le famiglie lo hanno già comprato, un processatore, un giga di memoria RAM, non so quanti giga c'è nella memoria interna, e poi quasi tutti gli adolescenti hanno tariffa di dati, l'amministrazione non ha chiesto ai padri di pagare la tariffa di dati, ma lo pagano,
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Quindi noi come professori possiamo avere una struttura molto potente, molto collegata e che è molto utile.
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Ma ora stesso in Madrid è anche proibito l'uso dentro il capito.
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E dicevamo che per educare, come possiamo educare?
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Perché se tolgono il telefono mobile, copiano l'esame, parlano con i loro amici, Facebook, Twitter, Twitter,
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nulla di Google Earth, Maps.
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quindi come possiamo educare?
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e la risposta era sempre in valori
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l'umanismo è il che deve guidare la tecnologia
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- Reconocimiento - No comercial - Sin obra derivada
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- Fecha:
- 29 de junio de 2014 - 23:50
- Visibilidad:
- Público
- Centro:
- C RECURSOS MCS
- Duración:
- 1h′ 03′ 07″
- Relación de aspecto:
- 2.35:1
- Resolución:
- 640x272 píxeles
- Tamaño:
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