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Subido el 29 de junio de 2014 por Mcs ict

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Conferencia en Parma de Enrico Carioso

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Sono Enrico Carosio, mi occupo di formazione, faccio il formatore e il docente a tempo pieno 00:00:02
e mi occupo anche di didattica con le tecnologie presso la cattedra di didattica e tecnologie 00:00:07
dell'Università Cattolica presso la sede di Piacenza. 00:00:13
Poi mi occupo anche di gestione delle risorse umane insegnando questa materia 00:00:17
ad un master all'Università di Perugia. 00:00:21
Perché vi dico queste due cose? Perché in realtà io sono un umanista prestato all'informatica 00:00:23
E come è capitato a molti della mia generazione, dei cinquantenni, che si sono dovuti adattare in qualche modo. Ve lo dico perché è importante, perché scopriremo insieme quanto l'aspetto umanistico invece è estremamente importante nella tecnologia. 00:00:28
Quindi se vogliamo anche sentirsi un po' più leggeri e anche meno incompetenti sappiate che abbiamo una parte della nostra professionalità invece che è determinante per l'utilizzo delle tecnologie e questo quindi ci deve far stare meglio. 00:00:44
che cosa volevo fare con voi 00:01:00
non vi tedierò moltissimo 00:01:03
però cercherò di un po' di 00:01:05
riassumere un po' tutte le tematiche 00:01:07
che avete affrontato in questo lungo percorso 00:01:09
è un tema ovviamente 00:01:11
complesso, estremamente complesso 00:01:13
di cui forse non sappiamo ancora 00:01:15
bene gli esiti 00:01:17
i risultati, perché siamo in una fase storica 00:01:19
di grandissima transizione 00:01:21
di cui non sappiamo ancora effettivamente 00:01:23
gli effetti di un social 00:01:25
piuttosto che di un'altra 00:01:27
applicazione nell'utilizzo da parte dei ragazzi e dei bambini. Siamo qua anche per questo, 00:01:29
per cercare di essere presenti nel mondo di oggi, nel momento del qui e ora, non come 00:01:35
era o come sarà, siamo qua e dobbiamo provare a dare il meglio di noi stessi, non possiamo 00:01:40
tirarci indietro, su questo non ci sono dubbi, alibi da questo punto di vista non ce ne sono 00:01:45
più, è necessario entrare in una logica di cambiamento, se mai ce ne fosse bisogno 00:01:51
per diventare persone più competenti e capaci per dare meglio risposta ai bisogni dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. 00:01:56
Quindi faremo una mezz'oretta, anche meno forse, di stimoli, continui stimoli per riprendere un po' tutto il tema, di che cosa stiamo parlando, dove siamo immersi 00:02:05
e poi magari qualcuno di voi una decina di minuti per intervenire, confrontarci, perché è un tema che si presta molto al confronto. 00:02:17
fatelo perché questo è un momento che vi state regalando 00:02:26
perché tempo come dicevamo con alcuni insegnanti non ce n'è mai 00:02:30
come i genitori non ce n'è mai 00:02:34
e allora questo è un dono che vi fate essere qua oggi pomeriggio 00:02:35
al di là dell'esserci più o meno formalmente 00:02:39
ve lo regalate per voi, sfruttatelo 00:02:42
chi prenderà tanto, chi prenderà un po' meno 00:02:44
però sfruttatelo al meglio come avete fatto nel laboratorio 00:02:46
perché ho visto grande interesse e grande impegno 00:02:49
Mi scuso anticipatamente con i colleghi spagnoli perché ho tentato di tradurre qualche titolo delle mie slide che saranno sbagliate sicuramente perché avendo studiato spagnolo un po' di anni fa però ho provato il tentativo solamente di essere più vicino a voi ma poi mi direte e mi correggerete tutti gli errori che ci sono. 00:02:53
Allora, parliamo innanzitutto di che cosa stiamo parlando, perché il tema è proprio qui, 00:03:14
non è tanto la tecnologia in senso stretto, perché il tema delle tecnologie è un tema che riguarda anche l'apprendimento da parte di noi docenti. 00:03:24
Imparare, come dicevo con alcuni, si può imparare a tutte le età, a meno che non abbiamo delle patologie che ce lo impediscono, 00:03:34
possiamo imparare a tutte le età. Il problema è voler imparare, avere la curiosità e ancora 00:03:40
lo stupore per imparare cose nuove. Perché? Perché noi siamo in questa fase qua. 00:03:46
Oggi convivono tre, anzi quattro generazioni che hanno stili di apprendimento e anche idea di alcune parole come valore, come software, come programma, molto diverse tra di loro. 00:04:28
C'era la mia mamma o le persone che hanno vissuto nel periodo della guerra, che non hanno idea di cosa sia un computer, non hanno una vaga idea. 00:04:44
Poi ci sono io, cinquantenne, che ha fatto un passaggio di integrazione. 00:04:53
Ho comprato il mio M24 di Olivetti a metà degli anni Ottanta, perché ero curioso, facevo l'educatore, 00:04:57
quindi ho cominciato a fare i primi programmi, li scrivevo su Worldstar, poi impaginavo con Ventura, 00:05:04
i primi programmi di impaginazione per fare i giornalini con i bambini, e mi sono un po' adattato. 00:05:09
E poi ci sono i figli miei, io ne ho tre, figli che chiamiamo così nativi digitali, 00:05:14
la generazione X, ma potenzialmente c'è già in circolo la generazione Y, io potrei 00:05:21
già essere nonno da mo' in questo senso. Queste 3-4 generazioni comunicano in modo 00:05:26
molto diverso tra di loro. Noi generalmente, vista l'età a parte qualche d'uno giovane, 00:05:35
mediamente facciamo parte di quelle persone che sono cresciute attraverso l'educazione 00:05:41
orale, attraverso i libri, attraverso il parlare, attraverso l'autorità riconosciuta dell'insegnante 00:05:47
come detentore unico delle conoscenze. Oggi ovviamente, lo sapete meglio di me, non è 00:05:53
più così, ma il problema non è questo, il problema è accettarlo e decidere che è 00:06:00
così. Il nostro paese è in grossissima difficoltà e il sistema scolastico in primis, la colpa 00:06:05
non è vostra, ma non solo vostra, diciamo così, di non accettare che le cose sono effettivamente 00:06:11
cambiate e qualcosa è necessario mettere in atto di diverso, perché le classi che ci 00:06:18
sono adesso, a partire anche dalla materna, mi sento dire, e dal nido, sono classi di 00:06:24
difficilissima gestione e oltre in più se ci mettete anche i genitori, la mettiamo veramente, 00:06:30
il calderone è concluso e diventa davvero difficile. Allora chiudendo quella porta che 00:06:36
per voi è un'opportunità, perché non vi controlla nessuno dopo quella porta, perché 00:06:42
questa è la realtà, allora io mi sento di dire osate, osate un po' di più rispetto 00:06:48
alle difficoltà che incontrate nell'apprendimento dei vostri ragazzi, non insistete su un modello 00:06:55
che avete portato avanti fino adesso, se non è efficace, se non è funzionale. 00:07:01
Le tecnologie ci aprono una possibilità, ce ne sono tante, ma sicuramente una possibilità grande, 00:07:05
perché i ragazzi sono entrati in una logica comunicativa fatta di tecnologia. 00:07:12
E adesso piano piano ci entriamo. 00:07:16
Vado un po' avanti, poi mi interroppete se avete voglia di dire qualcosa. 00:07:19
Vediamo appunto il rapporto adolescenti, ragazzi e giovani adulti e tecnologie, 00:07:23
Perché prima abbiamo visto un anziano, adesso vediamo invece, no scusate ho sbagliato, è questo, è in inglese ma si capisce, non c'è bisogno. 00:07:29
Questo è aperto per i colloqui. 00:07:45
tu passi perché hai studiato 00:07:47
mentre gli altri perdevano tempo 00:08:38
ci vediamo domani mattina 00:08:40
l'idea è quella 00:08:41
abbiamo idea che solamente chi studia in un certo modo 00:08:58
è in grado di essere in gamba, di poter finire i propri studi con soddisfacimento, in realtà 00:09:01
non è vero, perché il modo di apprendere è davvero cambiato da un bel po' di tempo 00:09:07
a questa parte, ma forse non è vero che sia poi così tanto cambiato, se andiamo qui nel 00:09:13
Duomo di Parma, a pochi metri da qua, perché centinaia di metri, tutti i quadri che ci 00:09:17
sono erano utilizzati per spiegare la Bibbia alle persone ignoranti, che non sapevano né 00:09:23
scrivere né parlare, eppure ci serviva l'immagine, non è cambiato molto di fatto, l'immagine 00:09:27
si presenta ancora, è uno strumento potentissimo per l'apprendimento, a questo poi si sono 00:09:34
aggiunte tante altre cose, immagini, suoni, canzoni, fotografie e quant'altro, cose che 00:09:38
avete visto benissimo nei laboratori. Questi erano i giovani, quelli della mia età, vediamo 00:09:44
Come i bambini molto piccoli. 00:09:51
Anche qui non serve la... 00:09:56
Guardate le dita, eh. 00:10:01
Fai una nuova. 00:10:21
Una nuova? 00:10:22
Sì. 00:10:24
Perché non disegni una linea squibbata? 00:10:26
Sei così sbagliato, Bridger. 00:10:30
Disegna qualcosa. 00:10:32
Oh, vuoi cambiare il background a blu? 00:10:35
Perché non ci mostri la stampa, come la stampa del carro? 00:10:42
O la stampa del motociclo? 00:10:47
è così davvero 00:10:51
è così davvero 00:11:20
mia figlia che ha sei anni 00:11:22
che fa la prima 00:11:24
che è in classe con un'allieva di Laura 00:11:25
tre anni fa quando ha preso in mano 00:11:28
il primo iPad 00:11:32
non è che io non gli ho insegnato niente 00:11:33
dopo due giorni sapeva salvare i disegni che faceva 00:11:35
non è un caso 00:11:38
sono andato ad ascoltare al Festival della Mente 00:11:40
a Ottobre a Sarzana 00:11:43
il professor Boncinelli 00:11:44
che è un fisico genetista 00:11:45
che ha studiato da tanti anni 00:11:47
queste cose 00:11:48
E ci ha riportato gli studi che ci sono in corso, tra l'affabulatorio e l'affascinante, ha buttato lì che questi studi sembrano far emergere che queste informazioni digitali facciano mai parte geneticamente nella trasformazione biologica delle cellule neuronali. 00:11:50
Quindi da una parte può essere inquietante, dall'altra parte affascinante e ci dice alcune cose, perché se questa è la situazione vuol dire che le tecnologie e le informazioni per utilizzarle diventano un linguaggio, diventano qualcosa di più che un semplice strumento, vuol dire che è necessario cambiare il paradigma di approccio allo studio ma anche alla comunicazione stretta, quotidiana. 00:12:06
voi direte ma se la situazione è questa 00:12:31
è una tragedia perché noi come facciamo 00:12:35
siamo in difficoltà 00:12:37
allora vi vengo in aiuto 00:12:38
vi faccio vedere l'ultimo video 00:12:39
in questo senso che ci aiuta 00:12:43
allora cosa ci rimane 00:12:44
se dobbiamo lavorare solo con le tecnologie 00:12:46
è una pubblicità 00:12:49
molto carina 00:13:27
che ci dice che c'è una parte 00:13:29
è ancora importante di noi, è una provocazione ovviamente, però c'è una parte importante di noi che è essenziale nell'utilizzo delle tecnologie, possiamo solo pensare alla progettazione, la progettazione parte dalla nostra testa, dalla nostra idea, nei laboratori tutti quelli che ho visto su tre, tutti hanno parlato di progettazione, dobbiamo avere uno straccio di idea quando facciamo una cosa, dobbiamo avere un obiettivo minimo o grande che sia per poter realizzare delle cose, 00:13:31
Quindi il nostro elemento umano è ancora estremamente importante da questo punto di vista. 00:13:56
Allora, come vi dicevo prima, noi in generazione di adesso, della nostra età, i cinquantenni e quant'altro, consideriamo le tecnologie che ci piacciono ancora uno strumento, sono uno strumento, non ci sono dubbi che sia uno strumento. 00:14:09
Il problema è che se noi lo consideriamo come uno strumento possiamo dire non è indispensabile, posso usarne con qualcos'altro, posso sostituirlo con qualcos'altro, diventa di fatto facoltativo o alternativo. 00:14:23
Quante volte dico ai miei tre figli basta televisione o basta ipad, andate a giocare fuori. 00:14:36
Ci sta perché fa parte dell'educazione e dello sviluppo della persona nella sua completezza, nella sua interezza. 00:14:42
Però è chiaro che, pensandolo solo come uno strumento, forse non lasciamo spazio ad un approccio di tipo linguistico. 00:14:48
Quindi è un linguaggio, forse, in base alla cosa che vi ho detto. Non è solo uno strumento, probabilmente anche un linguaggio. 00:14:58
Fa parte del mio modo di comunicare. Allora, questa è la parte più complessa, diventa un diritto da parte dei studenti 00:15:04
Il fatto che noi usiamo le tecnologie è un dovere da parte nostra a utilizzarle. Non è ancora così, però il sentore che questa cosa ci sia è molto forte. Chi è stato di voi al convegno della Ericsson a Rimini poco tempo fa, a novembre, è stata ribadita questa cosa, fortissima questa cosa qua, come provocazione ma anche come stimolo a pensarci su, a lavorarci sopra. 00:15:12
Questo vado avanti. Quindi la didattica nella tecnologia, faccio un po' di salti cercando di entrare sempre più nello specifico. I tre sono le aree di approccio a questo tema della didattica. 00:15:42
Uno è quello di insegnare la tecnologia, cioè su come si usano. 00:15:57
Noi lo vediamo ancora, pensate a noi come genitori, 00:16:02
chi ha dei figli come demonio, come pericoloso. 00:16:05
È vero, ci sono degli elementi di pericolosità su alcune applicazioni, 00:16:08
su alcuni software, eccetera, o di difficoltà anche. 00:16:13
Però è importante cominciare a saperne qualcosa di più, 00:16:16
se non farsi aiutare, insegnare dai propri figli o dai propri studenti. 00:16:21
E' necessario imparare di più sull'uso delle tecnologie, non è un caso che nelle scuole di ogni ordine e grado questo approccio non c'è, non c'è neanche la materia molto ben definita, si fa un po' di informatica ma non si fa che cosa vuol dire approcciare la tecnologia, è molto complessa la cosa, forse perché non siamo preparati e forse non ne sappiamo davvero tanto da questo punto di vista. 00:16:25
Un altro tema è fare un passaggio, insegnare con la tecnologia che è quello che avete sperimentato voi, utilizzare come strumenti tutti i device applicativi e quant'altro per insegnare dei contenuti. 00:16:48
Questo come insegnanti facciamo un po' fatica perché siamo ancora abituati alla esposizione frontale, qualche lavoro di gruppo, qualche accenno di cooperative learning buttato lì ma neanche troppo, siamo ancora in difficoltà da questo punto di vista a solo un po' di timore a usare qualcosa di diverso. 00:17:03
il passaggio che completerebbe 00:17:24
questo panorama 00:17:28
è quello di insegnare nella tecnologia 00:17:30
cioè considerare la tecnologia 00:17:31
come un ambiente di apprendimento 00:17:34
come avete fatto oggi con i laboratori 00:17:35
io ero lì a guardare 00:17:38
solo il fatto di aver imparato un software 00:17:39
in pochissimi minuti 00:17:41
la dice lunga 00:17:43
perché le maestre 00:17:45
le insegnanti sono state molto brave a spiegare 00:17:47
poi uno si deve sempre 00:17:50
sperimentare, deve perdere un po' di tempo 00:17:51
a metterci le mani, siamo d'accordo, ma io personalmente ho capito perché mi hanno spiegato 00:17:53
con chiarezza facendomi vedere delle cose, facendo lavorare i bambini, facendo lavorare 00:17:58
qualcuno di voi, non è stato difficile. Allora eravamo proprio nella terza parte, 00:18:03
eravamo dentro un contesto favorevole all'apprendimento. Quali sono le interrelazioni e le sinergie? 00:18:08
Noi lavoriamo ormai per competenze, lo sapete questo, dovreste lavorare tutti per competenze. 00:18:21
Per competenze si lavora al contrario, si pensa qual è la competenza e a ritroso si scelgono le modalità e gli strumenti per arrivare a quella competenza. 00:18:26
Quindi per noi è importante, c'è anche una sottospecie di libertà, io devo arrivare affinché quel ragazzo sappia quelle cose, poi come ci arrivo? 00:18:37
ho una grandissima libertà di farlo, al contrario prima avevo dei contenuti ben definiti, sempre molto precisi e io in qualche modo devo comunicare quelli, ecco perché siamo ancora, lo dico con affetto, ma invitandovi a fare un piccolo salto, legati a fare il programma fino alla fine, il programma è importante, ma io posso farlo in tanti modi diversi, anche per velocizzare a fare il programma, 00:18:45
Perché per esempio le tecnologie scoprirete, se sperimenterete, che saranno i ragazzi stessi ad andare avanti da soli. È una cosa straordinaria questa. Chi lo sta sperimentando sta scoprendo che i ragazzi attraverso un uso praticissimo, perché sono cento volte più bravi di noi, fanno dei passi avanti e portano in classe risultati più avanti di quello che abbiamo spiegato. 00:19:13
Ed era quello che volevamo dire magari nella lezione successiva. Io ne vengo da due mesi di trincea perché ho fatto i pass, i percorsi abilitanti speciali per gli insegnanti precari sulle tecnologie e ho avuto 50 persone in due laboratori e mi sono davvero massacrato di fatica. 00:19:35
ma ero così contento perché sono tornati e mi hanno detto abbiamo già sperimentato, ha funzionato e guarda caso ha funzionato con i più fetenti 00:19:54
e con quelli che sono in maggiore difficoltà di apprendimento cognitivo. Ci sarà un motivo anche da questo punto di vista, non possiamo aprirlo adesso, 00:20:05
Però vi dico che i risultati ci sono e sono molto molto interessanti. Ecco perché allora diventa importante lavorare sulle competenze, sulle competenze digitali per favorire una nuova cultura pedagogica didattica. 00:20:16
Quella che possiamo definire, come diceva Freine, attivismo pedagogico, quindi una partecipazione davvero attiva dei ragazzi, perché la scuola adesso non è attiva, è fondata su un ricatto, io ti dico delle cose, tu vai a casa e torni e me le ripeti o me le scrivi su una prova, su un compito, finito. 00:20:32
In questo modo noi diamo la possibilità solo a pochi di esprimersi, perché se è vero, se è vero, io vi lascio la possibilità di lavorarci voi, non sono io che vi dico le cose, ma voglio darvi degli stimoli affinché ci pensiate, vi rivediate dentro le vostre classi. 00:20:52
Se è vero che non tutti sono più pronti a lavorare attraverso l'interrogazione piuttosto che la prova, se noi cambiamo o variamo le nostre metodologie forse riusciamo anche a beccare quelli che sono un po' in più difficoltà e che comunicano invece attraverso la musica, le parole chiave, le immagini, i video e quant'altro. 00:21:08
Alla fin fine diamo davvero una possibilità a chi non ce la fa, perché qualcuno, e voi lo sapete meglio di me, mia moglie insegna all'alberghiero a Salso, che pur essendo una delle poche scuole che ha uno sbocco professionale di mercato perché c'è bisogno, è diventato un ricettacolo di persone in grossissimi disagi familiari, contesti eccetera. 00:21:29
allora lì hai voglia 00:21:52
chiedergli di studiare, hai voglia alle interrogazioni 00:21:54
hai voglia alle prove 00:21:57
ho bisogno di dargli un'altra possibilità 00:21:58
di lavorare su 00:22:01
linguaggi comunicativi di apprendimento 00:22:02
diversi, differenti 00:22:05
riuscite a seguirmi fino adesso? 00:22:06
ok, magari dirò delle cose 00:22:09
scontate ma 00:22:11
sentirsele dire fa meglio 00:22:13
vederle scritte ancora di più 00:22:15
la competenza digitale 00:22:17
tra le indicazioni 00:22:19
delle competenze che il nostro sistema scolastico invita ad acquisire, che sono questa parte qua, interessano principalmente la comunicazione, la collaborazione e la partecipazione, 00:22:21
la capacità di individuare collegamenti e relazioni, acquisire e interpretare l'informazione. L'anno scorso è venuta una ragazza per fare una tesi con me, ho dato dei libri e del materiale, anche dei video, 00:22:34
mi ha detto che cosa ne devo fare di questa roba qua. Ecco, vi posso comunicare che anche i ragazzi che devono fare le tesi spesso non sanno cosa fare del materiale, 00:22:45
perché non lo sanno analizzare, perché lo analizzano sempre nello stesso modo, leggo tutto, mi sottolineo qualche cosa e poi comincio a scrivere. 00:22:56
Ma non è detto, si può fare dei tagli in colla per trovare un senso, si possono vedere dei video per avere degli stimoli e così via. 00:23:03
Quindi la capacità di acquisire tutte queste competenze diventa la parte centrale dell'utilizzo delle tecnologie. 00:23:11
Ovviamente anche la progettazione c'è, però qua stiamo parlando più dei nostri ragazzi, 00:23:21
anche se poi nelle tecnologie possiamo dare la possibilità ai ragazzi di progettare. 00:23:25
Quindi lo spostamento del focus dal programma ai risultati dell'apprendimento, ve l'ho anticipato prima. 00:23:31
Da un elenco di contenuto a un elenco di prestazioni che lo studente deve saper svolgere. Ci siamo? Vi invito subito a leggere un libro, se avete voglia di sperimentarvi, che si chiama Fare didattica con gli EAS. 00:23:37
che è un libro molto bello del professor Rivoltella con tutta la sua 00:23:53
equipe di lavoro che spiega questo metodo che si chiama episodi di 00:24:00
apprendimento situati che altro non è che un delegare tra virgolette possiamo 00:24:04
dare così dare fiducia dare fiducia ai ragazzi sul lavoro su materiali che noi 00:24:08
abbiamo preparato se volete poi vi mando del materiale vi faccio mandare via mail 00:24:15
del materiale di alcune slide così vi confrontate su questa cosa. Il concetto qual è? Che io propongo da uno stimolo, preparo dei materiali sulla competenza che i ragazzi devono acquisire, a casa li guardano, li manipolano, li sviscerano, li ascoltano, leggono di tutto, dai siti a delle pagine di testo assolutamente, a dei video, ad ascoltare perché per esempio un'altra cosa a cui noi non pensiamo mai, 00:24:20
Un file audio aiuta enormemente la concentrazione, se voi ascoltate una lezione audio, se avete voglia o dovere di doverla ascoltare, è interessante perché sono più concentrato e soprattutto a casa, se davvero voglio di farlo, sono molto più concentrato perché sono molto più tranquillo volendo, sempre se lo voglio fare, ma lo stimolo porta anche a questo. 00:24:47
I ragazzi tornano in classe, producono insieme, in gruppo o individualmente, un elaborato sulla base di un compito che io ho dato e poi lo presentano alla classe, sempre attraverso una tecnologia, un video, una presentazione in powerpoint, una mappa, un glossario o qualunque cosa. 00:25:09
Insieme si discute e si valuta. Potete immaginare che i ragazzi fanno tre passaggi, leggono a casa, ascoltano e guardano. Vengono in classe, riguardano i materiali perché devono produrre un qualcosa, per esempio una mappa su quel tema, quindi si devono riconfrontare, riparlare di quelle cose. 00:25:29
La devono rispiegare, quindi tre passaggi rimarrà qualcosa? Io dico di sì, ma tanto rimane e soprattutto c'è un elemento che noi spesso non consideriamo a scuola che è il tema della motivazione, che tutto si fa con la motivazione, la cosa più importante. 00:25:50
Senza motivazioni noi non facciamo niente nella vita, a meno che non accade quello che in psicologia si chiama evento precipitante, cioè una cosa talmente grossa che allora ci costringe a cambiare. 00:26:10
Se non avviene questo rischiamo di adagiarci nel tempo se non abbiamo continue piccole grandi motivazioni. Ci siamo? I ragazzi essendo partecipi completamente di questo processo di costruzione della conoscenza sono i protagonisti reali e loro lo percepiscono. 00:26:23
quello che noi dicevamo a quel ragazzo 00:26:41
poco disponibile, disattento eccetera 00:26:44
non fai mai niente, non ti impegni 00:26:46
saresti bravo, retorica 00:26:48
insostenibile per questi 00:26:50
ragazzi, non più accettabile 00:26:52
perché glielo dicono già a casa che è uno 00:26:54
sfortunato, con altre parole 00:26:56
e noi rincariamo 00:26:58
la dose, invece noi vogliamo che questi 00:27:00
ragazzi mettano le mani in pasta 00:27:02
su qualcosa in cui loro sono 00:27:04
avezi e la tecnologia 00:27:05
è uno degli ambiti in cui loro 00:27:07
sono avezi, nel senso che sono esperti e quindi possono dare il meglio di loro stessi 00:27:09
per essere protagonisti. Vado, questo ve lo risparmio. Ho fatto per voi una mappa mentale. 00:27:17
Una mappa mentale è uno degli strumenti che voi usate sicuramente, mappa concentrale e 00:27:26
mappa mentale, che sono simili ma non sono uguali, servono per due motivi differenti. 00:27:30
Qua è per darvi la mappa mentale un quadro generale, ok? Didattica e tecnologia è il nostro focus, poi anche questo vi do tutto il materiale, lo girerete. 00:27:34
Studenti, gli studenti sono uno dei rami della nostra mappa centrali, perché sono centrali gli studenti? Perché devono apprendere, abbiamo detto, nella tecnologia, devono apprendere la tecnologia e con la tecnologia. 00:27:46
Ma questo problema qui per loro è meno problematico che per noi. Quindi da questo punto di vista abbiamo già anche un sostegno, cosa che noi non consideriamo mai. Cosa ci può dare la classe a noi per non uscire col fegato così? Eh, questo è un elemento a loro forza. Ci sono loro che ci possono aiutare a costruire ciò che io gli voglio comunicare. 00:27:59
un altro tema è la partecipazione 00:28:22
una partecipazione attiva 00:28:26
una partecipazione consapevole 00:28:27
il problema di capire 00:28:30
il mio ruolo di studente nella mia vita 00:28:31
qual è? 00:28:33
che vengo sempre maziato e se vengo bocciato 00:28:35
nessuno mi fa fare quella che si chiama 00:28:38
metacognizione per capire 00:28:39
perché sono stato bocciato 00:28:42
non capisco, non lo capirò mai 00:28:43
il mio ruolo di studente 00:28:45
come io spesso non capisco il senso 00:28:47
del mio ruolo di insegnante perché vado sempre 00:28:49
allo stesso modo con l'acqua qui, e i demigenitori per esempio. È una partecipazione proattiva, come dicevo prima, che permette ai ragazzi di attivarsi in maniera autonoma. 00:28:51
Vedrete, se sperimenterete le cose che avete fatto nei laboratori, quanti ragazzi vi portano cose in più, perché sono talmente carichi e talmente bravi a manipolare strumenti e contenuti 00:29:03
che vi porteranno delle cose, diventano proattivi, cioè si mettono in azione individualmente, senza che voi glielo dite. 00:29:15
E c'è una partecipazione possibile, che è quella della disabilità. 00:29:23
Le tecnologie hanno permesso tantissimo alle persone con delle portatrici di disabilità di entrare a pieno titolo nel processo di apprendimento. 00:29:27
Non dimenticatelo mai, perché possiamo avere dei comportamenti di ragazzi, diciamo così, con non disturbi cognitivi ma comportamentali, ma ci sono anche quelli che hanno dei grossi disturbi cognitivi e diventa davvero difficile. Le tecnologie ce ne sono tante, tantissime, molto semplici, che aiutano tantissimo, tantissimo. 00:29:37
Ancora la didattica, qua potremmo stare una vita sul tema della didattica, io avevo segnato due o tre cose, il rapprendimento rispetto alla didattica, che cosa deve favorire? 00:29:58
deve affavorire un benessere 00:30:13
lì è scritto col trattino volutamente 00:30:16
benessere 00:30:18
ovvero stare bene con me 00:30:20
perché io quando sto bene in un ambiente 00:30:21
do il meglio, stare bene con gli altri 00:30:24
perché la classe è un gruppo di cui 00:30:26
anche io insegnante faccio parte, non dimentichiamolo mai 00:30:28
in un ambiente 00:30:30
dove vige 00:30:32
possiamo dire così, un clima di bene 00:30:34
ovvero dove si sta bene, non è retorica 00:30:36
dove si sta bene nel senso che posso 00:30:38
esprimermi in maniera autentica 00:30:40
perché se non posso esprimere in maniera autentica 00:30:42
mi sento giudicato 00:30:44
anche come insegnante, faccio fatica 00:30:45
ecco perché anche il ruolo del dirigente 00:30:48
scolastico per voi è importante 00:30:50
perché favorisce questo clima 00:30:52
dovrebbe favorire questo clima 00:30:54
non apro questa finestra perché 00:30:56
so dove andremo a finire 00:30:58
però ve lo dico, potreste essere anche voi 00:30:59
costruttori di questo clima 00:31:02
non dimenticate che c'è la nostra fetta di responsabilità 00:31:03
dare un senso 00:31:06
esistenza, condizione di studente 00:31:08
Che senso ha per me studiare? Ecco perché è importante con i ragazzi far fare delle cose manualmente, perché quando io produco ha un senso la mia esistenza, quella roba lì l'ho fatta io, quel video l'ho fatto io. 00:31:10
in una recente 00:31:25
ricerca che ha fatto l'università di Torino 00:31:28
col professor Pietro Polli Charmet 00:31:30
che ha sempre studiato gli adolescenti 00:31:31
del 2011 se non ricordo male 00:31:34
dice che 00:31:36
gli adolescenti non sanno sbucciare 00:31:38
una mela, è drammaticamente vero 00:31:40
perché per colpa mia mio figlio fa un po' fatica 00:31:42
e ha 15 anni in una classe 00:31:44
di queste qua, qua vicino 00:31:46
il mio figlio grande 00:31:48
effettivamente il fare 00:31:49
diventa importante 00:31:52
Quindi il produrre quelle tecnologie è un fare molto attivo che aiuta moltissimo ad essere protagonisti. Esprimere, riattivare, implementare competenze e potenzialità. I ragazzi hanno delle grandi competenze, grandi potenzialità che sono spesso un po' soffocate. 00:31:54
La loro competenza tecnologica a noi ci interessa relativamente, perché invece di dire ogni tanto, diciamo una volta all'anno, decidiamo di fare un'attività con le tecnologie, tirate fuori gli smartphone, perché facciamo questa attività, noi diciamo, gli smartphone mai in scuola non si devono usare. 00:32:16
D'accordo, siamo d'accordo, ma una volta all'anno possiamo sperimentare, l'abbiamo capito adesso che facciamo queste cose, si può anche tirare fuori lo smartphone. Che cosa vuol dire? Spiazzamento innanzitutto. Come? Mi dici sempre di non usarlo, lo devo tirare fuori. Che cosa succede? Ascoltiamo un attimo. 00:32:36
Poi mi dici, voi che siete bravi, facciamo una cosa in cui voi siete bravi e non so niente. 00:32:55
Io vi dico solo cosa dovete fare, perché ho una vaga idea, ma voi mi potete aiutare. 00:33:00
E gli sto dicendo, aiutami, perché tu sai fare delle cose che per me sono importanti. 00:33:05
Comincia, come potete intuire, a costruirsi un clima di fiducia reciproca 00:33:10
e di costruzione insieme di un senso dell'essere a scuola, 00:33:14
di un senso dell'apprendimento, al di là delle tecnologie. 00:33:18
Fatto questo, con più o meno fatica ovviamente, ve li portate dietro sempre, anche i più fetenti, poi ci saranno le giornate in cui non ce la farete più e usciremo col fegato così, d'accordo, però per noi deve essere una tensione, non deve essere la perfezione, deve essere un percorso di tensione, se non siamo mai in tensione ci sediamo, non mi sento di dire altre cose, il rischio è quello di sedersi per anni, anni e anni. 00:33:21
Poi c'è il tema dell'insegnamento in quanto tale, miglioramento, efficacia, efficienza, apprendimento, metodo, tempo, energie, spazi, il tema del tempo è fondamentale, qualcuno di voi mi diceva non c'è tempo, ma qui bisogna imparare a gestirlo il tempo, perché è vero che non c'è, ma un'ora è lunga, è corta ma è anche lunga se si organizza bene un'ora. 00:33:51
Le tecnologie aiutano moltissimo a gestire questo tempo, perché? Perché se noi deleghiamo il lavoro un po' di più ai ragazzi, su una base di materiali, applicazioni acquisite, che sanno manipolare, voi vi tirate un po' indietro e lasciate lavorare loro, non vuol dire tirarsi indietro, vuol dire guardare l'apprendimento da un altro punto di vista, dall'alto. 00:34:18
cosa stanno facendo, come si muovono 00:34:39
come manipolano i contenuti 00:34:42
che gli ho dato, questo qua 00:34:44
non lo capirete mai se non vi fermate a vederlo 00:34:46
da distante, alcune 00:34:48
metodologie con le tecnologie come lo è 00:34:50
anche il cooperative learning 00:34:52
vi permette di vedere da lontano 00:34:53
la vostra classe e questo vi aiuta 00:34:56
a cogliere cose che non cogliereste in altro 00:34:58
modo 00:35:00
anche gli spazi 00:35:00
non ho la LIM, non ho il computer 00:35:03
ho capito, benissimo 00:35:06
però nello stesso tempo una volta all'anno posso portare il mio iPad 00:35:08
una volta all'anno posso portare il mio computer 00:35:12
lo so che la scuola mi deve dare, questo mi deve dare 00:35:14
io vi devo dire mi irrita un po' 00:35:18
se io voglio fare qualcosa davvero un po' di impegno se ce lo metto posso fare delle cose 00:35:20
non dico tutti i giorni, non lo dico 00:35:24
vi giustifico fino in fondo 00:35:27
però ogni tanto vediamo cos'è possibile fare 00:35:28
un amico che ci presta un proiettore si può trovare 00:35:32
non fate di questa cosa però un alibi 00:35:36
è l'invito che vi faccio, non lo fate perché se no 00:35:40
il nostro essere qua ha poco significato 00:35:42
le aree su cui noi dovremmo essere competenti 00:35:45
le butto lì velocemente, dovremmo avere un'idea della psicologia 00:35:50
un po' dei discenti, perché dovremmo saperne un po' di più 00:35:53
da questo punto di vista, la preparazione psicologica 00:35:56
dei docenti, quindi anche noi, quanto siamo sereni 00:35:59
quanto siamo equilibrati 00:36:02
E' una domanda che io mi faccio spesso, ogni tanto mi accorgo di non essere informissima e allora cerco di ritararmi perché chi lavora con altre persone deve avere un equilibrio emotivo affettivo sufficiente perché se questo equilibrio emotivo affettivo non c'è non possiamo lavorare con le persone, possiamo cambiare mestiere. 00:36:04
E anche in questo caso voi siete stati reclutati senza sperimentare se voi siete davvero in grado di farlo. 00:36:23
Questo è un altro problema. 00:36:31
C'è chi è molto bravo, ma c'è chi sta facendo dei danni enormi. 00:36:33
Io ve lo devo dire. 00:36:36
Prego? 00:36:40
Assolutamente. 00:36:47
Assolutamente. 00:36:50
Allora, è un'asservazione che accolgo dicendovi che non ci sono ricette, ma ci sono strategie, che non sto qua a dirvi, ma il dirigente, i coordinatori hanno delle responsabilità in questo enormi, gigantesche. 00:36:51
quindi non è vero che non è possibile 00:37:07
è che i nostri modelli 00:37:11
non sono altro che i modelli 00:37:13
sempre del passato 00:37:15
chi comanda non sa essere leader 00:37:16
ma sa sempre solo essere capo 00:37:19
fai, fai, devi, qui e là 00:37:20
il leader coinvolge, il leader 00:37:22
da valorizza, il leader ascolta 00:37:24
e così via, sono cose banali 00:37:26
forse perché io ci sono dentro fino al collo 00:37:28
ma lo stile cambia 00:37:30
è chiaro che non cambia da oggi a domani 00:37:32
ma nel tempo se le condizioni 00:37:34
ci sono, le cose cambiano 00:37:36
ed è possibile farlo 00:37:38
ci sono delle scuole dove si lavora molto 00:37:40
sul gruppo, pensate 00:37:42
ripeto, la butto lì e poi mi chiudo perché anche la mia tentazione 00:37:43
è grossa, quanto tempo 00:37:46
perdete ai consigli di classe 00:37:48
quanto tempo perdete ai collegi docenti 00:37:50
dove si sentono delle cose inascoltabili 00:37:52
allora, se ci fosse 00:37:54
un coordinatore o uno un po' più capace 00:37:56
probabilmente andreste 00:37:58
a quei consigli anche più volentieri 00:38:00
più propositivi, più proattivi 00:38:02
più disposti all'ascolto reciproco 00:38:04
e finisco qua, però c'è la possibilità 00:38:06
di farlo 00:38:08
Certo, assolutamente sì 00:38:09
ci arriveremo, questa scuola 00:38:48
ne è un esempio 00:38:51
il professor Tosolini che io conosco 00:38:52
bene, ha fatto 00:38:55
questo investimento quando è stata 00:38:57
aperta sei anni fa questa scuola 00:38:59
tutte le classi hanno le LIM 00:39:00
tutti i ragazzi hanno il laboratorio 00:39:02
con i MEC, tanto per dire 00:39:05
però per dire 00:39:07
la LIM, puoi anche decidere di non usarla 00:39:09
ma qui la usano quasi tutti 00:39:11
ma perché ci sarà stato 00:39:13
un lavoro, quello lì 00:39:15
che secondo me, perché in scuola 00:39:16
ci sono le LIM dappertutto 00:39:19
però a un certo punto 00:39:21
allora, questa è una parte 00:39:22
il suo nome? 00:39:24
Angelotti, Anna Maria 00:39:27
Anna Maria condivido, l'altra cosa 00:39:28
che vi dico è questa, ricordatevi 00:39:31
che siete responsabili 00:39:33
quindi quello che potete 00:39:35
fare in autonomia lo potete fare, quindi è vero questo, fate di tutto affinché ci sia 00:39:37
questa mentalità, ma se non c'è ricordatevi che la porta ve la chiudete dietro e nessuno 00:39:43
vi controlla, se avete voglia di osare avete la possibilità di farlo in totale libertà, 00:39:48
senza anche, la cosa bellissima sapete qual è? Che potete sbagliare, non sbagliare, sperimentarvi 00:39:54
che è più corretto, sperimentarvi senza paura e senza nessuno che vi dica niente, 00:40:01
Questa è un'opportunità che nessun lavoro ha, permettetemi di dire, nessun lavoro ha se non questo. 00:40:06
Vado avanti, tema delle competenze, le competenze abbiamo quelle trasversali, cioè quelle che si chiamano soft skills, cioè quelle di relazione, quella di problem solving, quella di empatia e così via. 00:40:13
quelle che ci permettono di comunicare con i ragazzi e con le persone in generale, quelle che possiamo dire disciplinari, che la vostra materia non entra nel merito ovviamente, quelle tecnologiche e quelle didattiche perché insegnare ha una sua teoria e anche una sua pratica ovviamente, ma qua non ci sto perché voi siete capaci. 00:40:26
E poi c'è il tema delle tecnologie, ovvero le risorse, la rete, le applicazioni e i device, pc, tablet, smartphone, eccetera. 00:40:46
Una cosa invece che concludo, su cui voglio farvi riflettere, è il tema delle parole. 00:40:54
Queste parole sono parole che vedrete, che non sono niente di nuovo, che riguardano anche il modo tradizionale di studio, 00:41:01
solo che qui possono essere, voglio dire, spinte, con l'uso delle tecnologie possono essere spinte. 00:41:09
Le parole sono molto semplici e richiamano quello che vi dicevo prima, imparare a fare delle azioni sui contenuti, sui materiali, sui testi in generale, cercare, cercare non è così banale, imparare a cercare su internet è un'arte anche, è una competenza, usare le parole giuste, le parole chiave, sapere il sito affidabile, quello non affidabile, è molto importante, ma i ragazzi lo sanno, lo butto sempre lì tra parentesi, che le sanno queste cose. 00:41:14
Il tema di produrre, come vi dicevo prima, tanti software fanno produrre tante cose, li avete visti, storytelling, le immagini interattive, le animazioni con i video, ci sono tanti blog e quant'altro. 00:41:44
si produce, si fa, quindi il tema del fare, non leggere e ripetere sempre, ma fare anche delle cose, il tema del cercare, scusate l'ho riscritta due volte, organizzare, un altro tema importante, le tecnologie hanno questa, se vogliamo dire, difficoltà, che è talmente tanta la mole di dati a nostra disposizione che dobbiamo imparare a organizzarla, 00:41:59
pensate alla camera dei miei figli 00:42:23
sto pensando, come la organizzano 00:42:26
a modo loro 00:42:28
ma anche io a modo mio la organizzo 00:42:30
a modo mio 00:42:32
quindi è importante capire qual è il mio stile 00:42:33
di organizzazione dei materiali 00:42:36
diventa interessante anche quello 00:42:38
capire io come lavoro 00:42:40
ancora 00:42:42
collaborare 00:42:44
lavorare da soli 00:42:46
con le tecnologie ci sta 00:42:48
ma poi diventa interessante 00:42:50
lavorare insieme, qua per le riprese abbiamo 3 persone, non è un caso che sono in 3, ci 00:42:52
sono 2 telecamere, uno che guarda sicuramente e che ha il suo ruolo, anche se apparentemente 00:42:58
sta tranquillo, poi si diranno delle cose dopo che hanno ripreso, si diranno come montare, 00:43:05
si diranno cosa è meglio mettere prima piuttosto che dopo e così via, si confronteranno sull'esperienza 00:43:11
che hanno fatto perché hanno ripreso gente nuova che magari non avevano mai visto, un 00:43:16
giorno vanno ai matrimoni e un giorno vengono a scuola, il contesto per loro cambia e il 00:43:21
loro confronto diventa centrale perché è cambiato il contenuto, l'ambiente, le persone. 00:43:26
Ed ancora condividere, è un altro tema che noi vorremmo che tutti i nostri ragazzi imparassero, 00:43:33
a condividere. Il periodo storico dove oggi i rubinetti si sono chiusi tutti, hanno fatto 00:43:41
emergere che la nostra società italiana in particolare è poco solidale, condivide poco, 00:43:48
io lo dico da straniero perché non sono di Parma, Parma è una città poco solidale, 00:43:54
ognuno tira acqua al suo mulino e questo è un problema perché adesso da soli non si 00:43:59
va da nessuna parte, siamo nel tempo delle specializzazioni, è vero, ma d'altra parte 00:44:05
chi è specializzato in una cosa deve avere anche una visione ampia di ciò che gli sta 00:44:10
intorno, devo sapere cosa fai tu ma anche cosa fai tu, non devo sapere quello che fai 00:44:15
tu, ma lo devo sapere cosa fai per capire se io e te possiamo costruire un'alleanza 00:44:19
di competenze che diano l'eccellenza del prodotto finale, ecco perché diventa importante 00:44:25
educare a una reale condivisione i nostri ragazzi e attraverso un modo di lavorare come 00:44:31
può essere con le tecnologie o come i lavori di gruppo, cooperative learning, GIF o quant'altro 00:44:37
ci può aiutare tantissimo 00:44:43
a lavorare su questo aspetto 00:44:45
che possiamo dire educativo 00:44:47
forse c'è ancora uno 00:44:48
era raccogliere 00:44:51
ma va bene, era molto simile anche 00:44:53
ad organizzare 00:44:55
ecco 00:44:57
questa è la mappa che vi lascerò nel suo completo 00:44:59
qua ci sono alcuni 00:45:01
strumenti, alcune applicazioni 00:45:03
non ci sono per esempio 00:45:06
quelle che avete detto voi 00:45:07
ma ci sono anche quelle 00:45:08
quindi avete qua, c'è Edmodo che qualcuno già lo usa, ho sentito prima, ma ci sono talmente tanti software, applicazioni gratuite, ma anche sul fatto della non gratuità, ormai i software costano molto poco, ce ne sono di alcuni bellissimi e potentissimi che forse può anche var la pena di spendere 50-60 euro se ci sono, per un applicativo che è veramente interessante. 00:45:09
pensateci, non è detto 00:45:35
io sono riuscito anche a farlo comprare a Brescia 00:45:36
all'università una cosa 00:45:39
perché hanno visto, ho portato un software 00:45:41
e ho detto quanto costa? Eh ma non costa mica tanto 00:45:42
allora lo compriamo, la settimana dopo l'han comprato 00:45:44
perché a un docente gli mancava una cosa per far vedere 00:45:46
un loro contenuto 00:45:49
un suo contenuto in un certo modo 00:45:51
ok? 00:45:53
Bene, vi faccio vedere 00:45:56
questo che è un altro tema del tempo 00:45:57
che non abbiamo 00:45:59
di cui abbiamo parlato appena accennato 00:46:01
però è qua 00:46:03
ecco noi 00:46:04
che cos'è l'altra cosa bella 00:46:06
che non lasciamo in sospeso 00:46:08
i nostri ragazzi 00:46:09
non c'è niente di peggio che cominciare un lavoro 00:46:11
e trascinarselo 00:46:14
nel tempo 00:46:15
cominciamo un lavoro di gruppo ma poi non c'è tempo 00:46:16
tirate su come viene viene 00:46:19
magari non glielo diciamo ma spingiamo 00:46:21
ad avere un risultato 00:46:24
basta che finiamo 00:46:25
invece qui abbiamo il tempo che è dalla nostra parte 00:46:27
quello che è stato prodotto 00:46:30
si può già vedere 00:46:31
magari in forma grezza, in forma appena accennata 00:46:32
ma io quando ragazzo mi vedo vado giù di testa 00:46:36
perché mi vedo per la prima volta, mi vedo come sono brutto e come mi muovo 00:46:39
ma mi vedo anche che stavo lavorando e così via 00:46:43
vedo tutto di me stesso 00:46:46
quindi la potenza anche di potersi rivedere immediatamente 00:46:48
diventa un'altra grandissima opportunità per i nostri ragazzi 00:46:52
e anche per noi, attenzione 00:46:57
quindi voi siete qua, abbiamo lavorato dieci minuti fa 00:46:59
o mezz'ora fa, possiamo già rivederci. Mi fermo perché vi ho dato una marea di roba, 00:47:02
credo, cercando di recuperare un po' tutto il tema. Se volete 10 minuti fare qualche 00:47:12
intervento sugli stimoli che vi ho dato, benvolentieri ci confrontiamo, è un'occasione unica mi 00:47:23
sento dire, poi 00:47:31
poi terminiamo 00:47:32
prego, tu sei? 00:47:34
Anna 00:47:39
prima di tutto il programma 00:47:39
che ha usato 00:47:43
ma lo diamoci pure di due 00:47:45
allora questo è 00:47:46
I in the mind map 00:47:49
che è il più bel programma che c'è 00:47:50
che è stato prodotto 00:47:52
da chi ha inventato le mappe mentali 00:47:55
Tony Buzan che è uno psicologo inglese 00:47:56
questo è a pagamento 00:47:59
però ce ne sono tantissimi gratuiti che fanno queste cose qua, molto simili, questo è il 00:48:00
più bello di tutto. 00:48:06
Questa è una cosa tecnica, invece di sostanza sono pienamente d'accordo, resta il grosso 00:48:07
problema, che non è che ci stai messa in giro a tutti i codici. 00:48:15
Assolutamente, proviamo a dare velocemente un quadro, il tema delle relazioni con colleghi, 00:48:58
con i genitori, io mi sento dire una cosa sola, potete avere la vostra, recuperare quell'autorevolezza 00:49:05
che il docente ha un po' perso nel tempo, se voi siete competenti, qua non si scappa, 00:49:13
se uno è competente e sa spiegare, motivare le sue scelte, tutti i fenomeni si abbassano 00:49:19
un po', questo vuol dire anche avere capacità relazionali, imparare a essere assertivi è 00:49:26
una delle qualità più importanti che una persona possa avere oggi, l'assertività, 00:49:33
andatevi a leggere se non sapete che cos'è o se avete sentito, ma sicuramente lo avete 00:49:38
sentito o avete anche messo in pratica, è importante. Il tema del programma, nessuno 00:49:42
vi dice che dovete fare tutto con le tecnologie, attenzione, le tecnologie e i lavori in questo 00:49:48
tipo si possono usare una, due, tre, quattro, cinque, sei volte all'anno, siete voi che 00:49:54
decidete in base alla vostra dimestichezza nel tradurre il programma con una certa metodologia, 00:49:59
però giustamente se dicevamo che dobbiamo alternare varie metodologie non dovete sempre 00:50:06
lavorare così, però durante un anno 3, 4, 5 volte io penso che si possono usare delle 00:50:11
metodologie alternative che vanno incontro soprattutto a quei ragazzi lì. L'altro tema 00:50:18
è quello dell'abitudine, se voi vi allenate come tutte le cose, bisogna allenarsi come 00:50:22
ci si allena a essere gentili o essere assertivi, ci si allena anche a usare tecnologie e tradurre 00:50:28
in attività di tipo tecnologico, chiamiamole così, i contenuti, quindi è solo un allenamento, 00:50:34
fidatevi in questo senso, abbiamo bisogno di sperimentarci perché dicendo che io non 00:50:41
riesco a fare il programma, ma si potrebbe fare benissimo il programma tutto con le tecnologie, 00:50:47
azzardo, vi provoco, ma è possibile, ci sono dei corsi online di altissimo livello, tutti 00:50:52
fatti con le tecnologie e tutti apprendono in maniera straordinaria, ce ne sono certi 00:50:58
fatti con le tecnologie pessimi, io sto lavorando a fare la formazione in banca adesso, il problema 00:51:02
dell'online fatto in banca è una tragedia, perché sono fatti malissimo, sono solo slide 00:51:07
che si ripetono e uno dopo due minuti si addormenta, non ce la può fare, perché gli argomenti 00:51:13
sono talmente grossi, allora ci vuole il giusto mix di metodologie che equilibrano le nostre 00:51:20
capacità di apprendimento, un po' leggo e vedo uno stimolo visivo che mi aiuta di più 00:51:27
a capire, ricordatevi il proverbio cinese che usava sempre Bruno Munari, ascolto, dimentico, 00:51:32
guardo, capisco, faccio, imparo, allora deve essere il vostro punto di riferimento, io 00:51:42
spiego ma sapete che non basta, oggi men che meno, perché le parole che i ragazzi di oggi 00:51:50
sono finite. Faccio vedere, quindi mi metto in gioco, faccio vedere come si usano le tecnologie 00:51:55
e lo impariamo insieme, facciamo insieme e fai tu e ti sperimenti, vi sperimentate in 00:52:01
gruppo. Quando lavoriamo così difficilmente sbagliamo. Allora l'allenamento ci aiuterà 00:52:07
a imparare più velocemente a tradurre contenuti in attività. Il problema delle discipline 00:52:13
E' un alibi, qualunque disciplina si può tradurre, io ho avuto due laboratori come vi dicevo, uno scienza e matematica e vi dico che hanno fatto una fatica enorme, eppure le risorse su scienza e matematica in rete sono enormi, enormi a dire poco. 00:52:20
D'altra parte tutti di lettere che invece, più abituati a farsi delle domande introspettive sul senso, filosofia eccetera, hanno fatto paradossalmente molta meno fatica a entrare nella logica, poi anche loro non erano poi da vezzi, hanno fatto dei lavori straordinari. 00:52:38
La prova finale, lunedì vedo l'ultimo gruppo perché presenteranno, io l'ho vista e ero commosso perché qualcuno ha fatto dei siti interi per spiegare l'argomento che avrebbe spiegato, hanno fatto dei video, si sono ripresi e hanno fatto dei video dove spiegano loro con la voce, la musica, spiegano delle cose, hanno fatto delle cose straordinarie e ho veramente rivalutato ulteriormente il ruolo dell'insegnante, 00:52:56
che si è attivato con poco dal meglio di sé, sono una persona che non crede che una categoria come i dipendenti pubblici non facciano niente o tirino al ribasso, il problema è che è normale nella vita che se uno non si prende cura di me, io mi abbasso, prendo cura di me vuol dire mi segue, mi aiuta, mi sostiene, mi paga un po' di più, tutte queste cose fanno parte della cura della persona, 00:53:22
e invece sono venute fuori 00:53:50
delle cose straordinarie 00:53:52
straordinarie davvero 00:53:53
quindi mi sento dire questi tre aspetti 00:53:55
l'allenamento è importante 00:53:58
molto importante, ma lo è anche per me 00:54:00
perché le cose passano 00:54:02
io devo aggiornarmi continuamente 00:54:03
non ci sto dietro neanch'io, mi rendo conto 00:54:05
però un po' di cose, oggi ho imparato 00:54:07
un programma che non conoscevo 00:54:10
non si può sapere tutto 00:54:12
altre cose? 00:54:15
prego 00:54:19
in spagnolo 00:54:19
proviamo 00:54:21
voglio prima 00:54:23
comprovare che ho capito bene 00:54:27
alcune cose di cui tu hai detto 00:54:29
d'accordo, quindi 00:54:31
mi pareva molto interessante 00:54:33
questa diapositiva in cui dicevi 00:54:34
insegnare la tecnologia 00:54:36
insegnare con la tecnologia 00:54:38
e la terza 00:54:40
credo che era insegnare 00:54:42
nella tecnologia 00:54:44
dentro 00:54:45
Sì, perché dicevi che la tecnologia può essere un contesto in cui le nuove generazioni vivono e noi stiamo apprendendo e combattendo con questo. 00:54:46
Sì, scusate. 00:55:00
utilizzato molto, è come tutto ciò che fai ha un cuore, è ciò che fai, è la parte 00:55:16
umanistica della tecnologia, il cuore e una pelle tecnologica che lo riempie. 00:55:21
Questo volevo comprovare che l'abbia capito così, insegnare nella tecnologia. 00:55:29
Sì, quello che dici tu è... 00:55:34
Dico tutto lo mio, sono un po' rollo, lo sento, dico tutto lo mio seguito e già passo 00:55:37
In mia opinione, se come persone individuali, i professori, sperimentiamo la facilità della tecnologia 00:55:44
per risolvere i problemi quotidiani, è facile che poi tutti vogliamo utilizzare la tecnologia dentro l'aula 00:56:02
per risolvere i problemi quotidiani. 00:56:10
E' un po' la mia opinione, e ora una domanda. La domanda è più che niente perché non ho capito cosa hai detto sul telefono mobile. Se ti sembra bene l'uso del telefono mobile dentro l'aula, se no, perché questo è un debattito che abbiamo avuto a Madrilema. 00:56:12
Allora, il tema del telefono in classe, se l'ambiente di apprendimento è un contesto, se è un contesto vuol dire che noi regolarmente, cioè quotidianamente, non sempre, ma quotidianamente, spesso, frequentemente usiamo le tecnologie. 00:56:37
Quindi quando le useremo nel futuro in maniera continua, senza quest'ansia di dire le uso, non le uso, è vietato, non è vietato, allora quel punto diventa tirare fuori il telefono, diventa una cosa normale, fa parte di un ambiente in cui tirare fuori il telefono non è più una cosa strana, ma è una cosa che fa parte della didattica. 00:57:00
Mi sono spiegato? Non è facile adesso perché adesso diciamo no telefono perché effettivamente i ragazzi non ti usano ed è giusto, però il tempo ci sta anche dicendo che è un'opportunità per noi ogni tanto invece di dire tiratelo fuori perché io lo so che è utile perché siete bravi, non possiamo stare sempre così, lo farete quando siete fuori, 00:57:27
Però ogni tanto vi do la possibilità di tirarlo fuori come strumento. Mi sono spiegato? Non è facile, non è facile perché siamo ancora in una cultura che è tutto vietato. Non si può, non si può. 00:57:52
Posso anche aggiungere un'altra opinione? 00:58:09
L'amministrazione non ha chiesto ai padri, alle famiglie, di comprare il telefono, le famiglie lo hanno già comprato, un processatore, un giga di memoria RAM, non so quanti giga c'è nella memoria interna, e poi quasi tutti gli adolescenti hanno tariffa di dati, l'amministrazione non ha chiesto ai padri di pagare la tariffa di dati, ma lo pagano, 00:58:39
Quindi noi come professori possiamo avere una struttura molto potente, molto collegata e che è molto utile. 00:59:01
Ma ora stesso in Madrid è anche proibito l'uso dentro il capito. 00:59:10
E dicevamo che per educare, come possiamo educare? 00:59:14
Perché se tolgono il telefono mobile, copiano l'esame, parlano con i loro amici, Facebook, Twitter, Twitter, 00:59:18
nulla di Google Earth, Maps. 00:59:25
quindi come possiamo educare? 00:59:27
e la risposta era sempre in valori 00:59:30
l'umanismo è il che deve guidare la tecnologia 00:59:32
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Idioma/s:
es
Autor/es:
MCS_ICT
Subido por:
Mcs ict
Licencia:
Reconocimiento - No comercial - Sin obra derivada
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Fecha:
29 de junio de 2014 - 23:50
Visibilidad:
Público
Centro:
C RECURSOS MCS
Duración:
1h′ 03′ 07″
Relación de aspecto:
2.35:1
Resolución:
640x272 píxeles
Tamaño:
415.63 MBytes

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